I trapianti di cellule staminali umane per fermare la Sla sono interventi sicuri: la sperimentazione ha ottenuto semaforo verde per passare alla fase 2, quella di verifiche sul grado di efficacia della terapia.

I test svolti da Angelo Vescovi e Letizia Mazzini negli ospedali di Novara, Terni, Padova e San Giovanni Rotondo costituiscono il primo esempio in Europa di trapianto chirurgico di un farmaco cellulare.

Ci sono voluti almeno dieci anni di ricerca e alla fine è arrivata la prima risposta: le cellule staminali del cervello si possono trapiantare in modo sicuro per combattere la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla). Lo indicano i dati della sperimentazione di fase 1 condotta dal gruppo di Angelo Vescovi dal 2012 al 2015, risultati pubblicati sulla rivista Stem Cells Translational Medicine dopo cinque anni di osservazione dei 18 pazienti che hanno ricevuto il trapianto.

“Le cellule – ha rilevato Vescovi – possono diventare veri e propri farmaci con i quali condurre sperimentazioni”. Vescovi non esclude che le cellule staminali omogenee potranno essere disponibili per sperimentazioni anche su malattie diverse dalla Sla. In Italia, per esempio, è in corso un trial sulla sclerosi multipla. »Nel 2020 – ha detto ancora Vescovi – si potrebbe pensare di tentare i primi test sull’uomo per riparare le lesioni spinali croniche, basati sulla combinazione di cellule staminali e nanomateriali biologici che, insieme, permettano la crescita delle fibre nervose. Al nastro di partenza anche studi preclinici su morbo di Parkinson e danni da ischemie da parto.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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