Negli ultimi anni, sempre più attenzione è stata posta sulla prevenzione oncologica come strumento per ridurre la mortalità per tumore. In questo contesto, l’insegnamento della prevenzione nelle scuole si è rivelato uno dei modi più efficaci per promuovere il valore della salute fin dalla giovane età e avvicinare gli individui agli screening come parte integrante della cura di sé.

Durante una tavola rotonda promossa a Roma al ministero in Lungotevere Ripa da All.Can Italia, la coalizione multistakeholder di Pazienti, Clinici, Esperti sanitari e Industria attiva nel miglioramento del percorso dei pazienti oncologici, sono state sollecitate alcune priorità di intervento ai Decisori sanitari. Queste priorità comprendono la digitalizzazione e l’efficienza dei processi di invito agli screening, il coinvolgimento della medicina del territorio per una maggiore diffusione dell’informazione e l’estensione del programma Rete Italiana Screening Polmonare (RISP) per ridurre la mortalità per tumore del polmone.

Secondo il rapporto OCSE “Health at a glance 2023”, il cancro rimane la seconda causa di morte nei Paesi OCSE. Il tumore del polmone, in particolare, rappresenta la prima causa di morte sia per gli uomini che per le donne. Tuttavia, l’Italia si colloca al di sotto della media OCSE per l’adesione allo screening per il tumore della cervice e del colon-retto.

Per invertire questa tendenza, è fondamentale che l’Italia si allinei alla Raccomandazione europea sugli screening oncologici, estendendo i programmi già attivi e introducendo nuovi programmi per altri tipi di tumore. Gli screening oncologici offerti dal servizio sanitario possono individuare precocemente un tumore o i suoi precursori, consentendo così interventi tempestivi e maggiori possibilità di guarigione.

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario coinvolgere attivamente le scuole, la medicina del territorio e i media. L’insegnamento della prevenzione nelle scuole può contribuire a diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita. Inoltre, la digitalizzazione dei processi di invito e prenotazione degli screening può migliorare la fruizione degli stessi, mentre le iniziative di sensibilizzazione e l’azione degli operatori sanitari possono informare la popolazione sulle opportunità di prevenzione e incoraggiare la partecipazione ai programmi di screening.

Studi scientifici dimostrano che un accesso equo e capillare agli screening raccomandati può ridurre la mortalità per cancro. Ad esempio, lo screening con l’impiego della TAC del torace a basse dosi nei forti fumatori può ridurre del 20% la mortalità per tumore del polmone. Pertanto, è fondamentale estendere i programmi nazionali di prevenzione oncologica, come la Rete Italiana Screening Polmonare (RISP), che combina la prevenzione secondaria con la prevenzione primaria attraverso programmi di disassuefazione tabagica.

Inoltre, sarebbe opportuno istituire programmi pilota di screening basati sulla ricerca di eredo-familiarità documentata, in particolare legati ai geni BRCA1 e BRCA2 che possono essere collegati ad altri tipi di neoplasie, come il tumore della prostata.

In conclusione, promuovere la prevenzione oncologica nelle scuole e implementare programmi di screening efficaci sono priorità fondamentali per la sanità italiana. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un atteggiamento proattivo verso la propria salute, possiamo ridurre la mortalità per tumore e migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici.