«Vaccini, igiene degli ambienti, green pass, sicurezza a scuola, nei mezzi di trasporto e sul lavoro. Finalmente abbiamo individuato le ricette per uscire dalla pandemia». Così Walter Ricciardi, professore di igiene e salute pubblica all’Università Cattolica di Roma, in occasione dell’evento Inventing for Live, promosso da MSD a Roma. Per uscire dall’emergenza pandemia dobbiamo migliorare la medicina sul territorio, che è stata abbandonata durante il Covid, ha aggiunto il consulente del ministero. Occorre affrontare i prossimi mesi con prudenza ma senza paura, puntando a innovazione, prevenzione e assistenza di prossimità.

Come gestire la fase di transizione in uscita dalla pandemia, facendo tesoro delle lezioni apprese? Roberto Speranza, ministro della Salute, ha rimarcato nel suo intervento la crescente consapevolezza che il Servizio Sanitario Nazionale sia il bene più prezioso da tutelare, un patrimonio sul quale ricominciare a investire, e che incide direttamente sulla qualità della vita delle persone.

Nella discussione è emerso il ruolo rilevante dell’industria farmaceutica e il suo impegno determinante in ricerca e sviluppo per combattere il Covid, otto italiani su 10 (indagine Ipsos) la considerano un volano per la ripresa. Dal dibattito, presente tra gli altri Massimo Scaccabarozzi (Farmindustria) e l’onorevole Beatrice Lorenzin, è scaturita l’urgenza di una revisione della governance del settore farmaceutico, attraverso una rimodulazione degli attuali tetti di spesa, un rifinanziamento complessivo, e l’ulteriore miglioramento del Fondo per i farmaci innovativi, anche attraverso un incremento delle dotazioni e la possibilità che i farmaci innovativi restino all’interno del Fondo anche dopo i tre anni oggi consentiti dalla normativa.

Da parte sua Nicoletta Luppi, amministratore delegato e presidente MSD Italia, ha rivendicato il ruolo etico dell’industria farmaceutica (in prima linea con interventi globali di utilità sociale) nel promuovere il benessere del genere umano, vocazione purtroppo talvolta denigrata con l’epiteto big pharma, una terminologia che alla luce dei fatti andrebbe rimossa dal vocabolario slang. La parola chiave, che fa il paio con PNRR, deve essere “ripartenza”. Nessuno deve essere lasciato indietro, quale che sia la sua età, il suo genere, la sua residenza, il tenore di vita. In questa ottica, occorre ripensare il servizio sanitario come investimento per ridare slancio all’economia restituendo fiducia al Paese.

Corriamo il rischio di una pandemia dopo la pandemia, per tutti gli interventi chirurgici rimandati, gli screening fermi e i follow-up saltati per i pazienti “non Covid”. La pandemia ha pure messo in luce un paradosso, e cioè che pur crescendo la fiducia nei vaccini, grazie alle evidenze della profilassi anti-Covid, si è assistito a un pericoloso calo delle altre vaccinazioni somministrabili, come evidenziato in una circolare inviata a tutte le Regioni, l’impatto negativo in particolare si lamenta per l’HPV (papillomavirus) e nell’adulto la vaccinazione contro l’Herpes Zoster (fuoco di sant’Antonio e nevralgie intercostali incoercibili). Durante la pandemia, la vaccinazione degli adolescenti è stata quella che ha sofferto maggiormente, con circa il 68% di rinvii. Si stima che molti giovani eleggibili, negli ultimi due anni, abbiano perso questo importante appuntamento, tanto che si avverte l’esigenza di una campagna educativa a sostegno di queste ultime.