Le ondate di caldo anomalo, e l’ultimo colpo di coda del Covid-19, ci fanno passare l’appetito. Capita di consumare pasti frettolosi per inappetenza, bruciori di stomaco, colon irritabile, quando il sole picchia si tende a bere più che mangiare. C’è una categoria di persone che in questi giorni deve sopportare più degli altri gli stress che si scaricano sull’apparato digerente: sono quanti lamentano un disturbo dell’intestino tenue chiamato Crohn.

 

Crohn e rettocolite ulcerosa

Una indagine condotta a Dublino, negli ospedali irlandesi, ha concluso che il morbo di Crohn tende a peggiorare in tarda primavera e in estate. Diversamente nella rettocolite ulcerosa (una affezione con vari tratti in comune con la prima, localizzata più a valle, nel colon retto) i mesi bollenti lasciano inalterato il quadro. Stiamo parlando di malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), contraddistinte da una reazione immunitaria anomala indirizzata contro segmenti del nostro organismo deputati all’assorbimento dei nutrienti. Entra in gioco qui anche il delicato equilibrio con il microbiota, l’insieme di microrganismi che popolano il lume intestinale in simbiosi con l’ospite.

 

Mici e psoriasi

La pelle desquamata dalla psoriasi, e le mucose crivellate a livello gastroenterico nelle Mici, hanno a volte destini incrociati. All’impatto di queste affezioni fortemente invalidanti è stata dedicata una masterclass promossa a Milano da Galápagos, con letture affidate a Maria Rescigno, Alessandro Armuzzi, Antonino Spinelli, Carlo Selmi e Antonio Costanzo, specialisti dell’Istituto Clinico Humanitas. Sono oltre 250mila gli italiani che convivono con le Mici. Sintomo ricorrente la diarrea, più o meno accompagnata da tracce di sangue, tensione addominale, dolore, nausea, debolezza. Fasi altalenanti, con ricadute, si intervallano a periodi di relativo benessere. In oltre il 40% dei casi queste condizioni di sofferenza possono essere accompagnate da manifestazioni extraintestinali ovvero cutanee, artrite, interessamento delle vie biliari e del fegato.

 

Malattie immunomediate

Le cure si sono evolute, sempre più raramente tocca affidarsi al chirurgo. L’obiettivo della terapia resta la remissione prolungata nel tempo, assenza di sintomi con ripristino dell’integrità della mucosa intestinale, senza diarrea e senza sanguinamento. Tra i processi infiammatori intestinali e affezioni della pelle quali la psoriasi, o l’artrite psoriasica, si possono scorgere, dicevamo, delle parentele. Fondamentale, secondo gli esperti, che le malattie immunomediate vengano valutate da più punti di vista, e prese in carico da un team multidisciplinare. «Malattie come le Mici o la stessa artrite reumatoide – ha dichiarato Iole Cucinotto, direttore medico di Galápagos – per lungo tempo hanno avuto opzioni di trattamento limitate. Grazie alla ricerca si sono individuati nuovi meccanismi d’azione nell’infiammazione, e target terapeutici finalmente in grado di dare risposte soddisfacenti».