L’impatto ambientale del settore farmaceutico è una questione di estrema rilevanza, in quanto contribuisce in maniera significativa alle emissioni di gas serra e ai consumi energetici e idrici, oltre a generare inquinamento dell’acqua e produzione di rifiuti. Lo studio di impatto e creazione di valore per i territori, realizzato da The European House – Ambrosetti per Merck Italia, conferma l’impegno del gruppo nella promozione di pratiche sostenibili e nel contributo alla creazione di valore per il territorio italiano.

Tra il 2020 e il 2022, le emissioni di CO2 sono diminuite del 27,6%, mentre i consumi elettrici e idrici sono stati ridotti rispettivamente del 2,5% e del 3,7%. Inoltre, nel corso degli ultimi tre anni, Merck Italia è riuscita a riciclare circa il 70% dei rifiuti prodotti, un contributo significativo considerando che l’Italia si posiziona al terzo posto nell’Unione Europea per la quantità di rifiuti generati.

Come affermato da Raimondo Orsini, direttore generale della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è ormai evidente che le imprese e i territori saranno il vero motore della decarbonizzazione dell’economia e della transizione ecologica.

Secondo Jan Kirsten, Presidente e Amministratore delegato Healthcare di Merck Italia, la presenza dell’azienda in Italia crea valore per la collettività, la ricerca e l’innovazione sono di fondamentale importanza per la crescita e per la sua competitività economica. Nel contesto globale, sono le aziende farmaceutiche a capitale estero a responsabilizzarsi per il 70% degli investimenti mondiali in ricerca e sviluppo del settore, e in Italia, addirittura il 90% degli investimenti in ricerca clinica è sostenuto da queste aziende.

Questi dati dimostrano quanto sia essenziale attrarre maggiori investimenti stranieri in Italia, soprattutto per la ricerca e l’innovazione nel settore farmaceutico. Uno dei motivi principali di questo interesse è legato alle eccellenze italiane nella produzione farmaceutica e nella ricerca, che rendono il Paese un polo di attrazione per le aziende internazionali. Valerio De Molli, Ceo e Managing Partner di The European House – Ambrosetti, ha precisato che gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore farmaceutico sono quelli che più efficacemente possono sostenere la crescita.

È importante sottolineare il legame tra Diversity & Inclusion, eccellenza e propensione all’innovazione. Come affermato da Kirsten, il 58% dei ricercatori di Merck in Italia sono donne, dimostrando come la valorizzazione della diversità sia fondamentale per la crescita e l’innovazione dell’azienda.

 

La posta in gioco

L’Italia deve affrontare una doppia sfida: da un lato, il contesto di forte incertezza dato dalle tensioni geopolitiche in atto, e dall’altro la necessità di garantire una crescita economica sostenibile. A sottolinearlo è Veronica De Romanis, economista e docente all’European Economics Luiss Roma e alla Stanford University Firenze.

Per fronteggiare queste sfide, l’Italia può contare su uno strumento nuovo come il Piano nazionale di ripresa, che permette di investire nella crescita e nell’innovazione. Tuttavia, è necessario ridurre l’enorme stock di debito pubblico per liberare risorse e garantire la sostenibilità delle politiche economiche.

In questo contesto, è cruciale investire in capitale umano e nel welfare per assicurare una crescita inclusiva e sostenibile. È necessario quindi implementare un piano di riqualificazione e riorganizzazione della spesa pubblica a lungo termine.

Un’altra priorità per l’Italia è quella di mettere in ordine i conti pubblici. Questo non solo permette di liberare risorse, ma anche di avere maggiore potere negoziale sui tavoli europei, soprattutto quando si tratta di definire nuove regole di bilancio che sono fondamentali per la capacità di investimento futuro del Paese.

Un aspetto positivo che emerge è la quota di occupazione femminile, che in aziende come Merck Italia supera tutti i benchmark, raggiungendo il 51,4% con un incremento nella percentuale di donne in posizioni manageriali del 10,5% negli ultimi quattro anni, arrivando al 43,3%, superando la media italiana del 29%.

È importante sottolineare che qui dedica particolare attenzione anche alla leadership femminile, scegliendo figure femminili per le posizioni apicali dei suoi stabilimenti. Questo dato è particolarmente significativo in un Paese dove le donne sono ancora ai margini del mercato del lavoro rispetto alla media europea.

L’azienda si distingue anche per la percentuale femminile sugli addetti alla ricerca, che supera la media del settore. Questo è un importante segno distintivo, considerando che le donne sono ancora sottorappresentate nel settore della ricerca scientifica. Inoltre, si impegna a creare un maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro per i propri dipendenti, offrendo soluzioni come lo smart working, orari flessibili e part-time. Queste politiche favoriscono la conciliazione tra lavoro e vita familiare, e sono importanti considerando che il lavoro agile è ancora poco diffuso in Italia rispetto alla media europea.

L’Italia si trova di fronte a sfide importanti in un contesto di incertezza geopolitica. Tuttavia, può contare sulla possibilità di investire nella crescita grazie al Piano nazionale di ripresa.  Mettere in ordine i conti pubblici e investire in capitale umano e nel welfare significa garantire una crescita inclusiva e sostenibile. Aziende come Merck offrono esempi positivi di promozione dell’occupazione femminile e di equilibrio tra vita privata e lavoro.

 

I quattro capitali

Emiliano Briante, Associate Partner di The European House – Ambrosetti, ha spiegato il concetto dei quattro capitali che entrano in gioco: capitale economico, capitale sociale, capitale ambientale e capitale cognitivo.

Il capitale economico si riferisce alla crescita dell’aspetto economico di Merck, il suo contributo all’export e all’internazionalizzazione, gli investimenti sul territorio italiano, l’attivazione delle filiere e il contributo all’economia nazionale, nonché la sua contribuzione alla fiscalità. Briante sottolinea che grazie all’export in 150 Paesi, Merck ha garantito al PIL italiano ben 403 milioni di euro.

Il secondo aspetto, il capitale sociale, riguarda la dimensione occupazionale. Oltre ai 1.200 dipendenti, con una percentuale di lavoratori a tempo indeterminato superiore alla media italiana, Merck ha creato anche 3.700 posti di lavoro nell’indotto. Un dato significativo che indica l’impatto positivo dell’azienda sul settore occupazionale del paese.

Merck opera in settori cruciali come l’oncologia, la neurologia, la fertilità, la cardiologia e l’endocrinologia. Inoltre, il 56% del personale dell’azienda è laureato, evidenziando l’importante capitale cognitivo (intellettuale, ndr) dell’azienda. Gli investimenti in ricerca clinica hanno generato benefici per il Sistema Sanitario Nazionale e i pazienti italiani che ammontano a più di 211 milioni di euro. Questo dimostra come Merck non solo fornisca soluzioni sanitarie innovative, ma contribuisca anche al progresso scientifico interno.

Infine, Merck dimostra un forte impegno nei confronti del capitale ambientale, con investimenti volti a ridurre i consumi elettrici e a promuovere il riciclaggio dei rifiuti, quindi responsabilità sociale e rispetto dell’ecosistema.

Questo esempio, articolato in quattro quadranti, dimostra come un’azienda possa contribuire in modo significativo allo sviluppo del paese in diversi ambiti, non solo economici, ma anche occupazionali, scientifici e ambientali.