Nella sede del Ministero della Salute si è tenuto il convegno conclusivo del progetto istituzionale rivolto ai medici di famiglia, incentrato sulla gestione di vecchie e nuove epidemie (incontro intitolato, alla maniera anglosassone, we stand with public health: a call to action for infectious disease). Oltre al virus Sars-Cov2 e alle sue varianti, l’attenzione è rivolta ai virus dell’epatite C, epatite delta, e all’HIV. Un evento organizzato con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Generale, Simg, e della Società Italiana di Malattie Infettive, Simit, con il contributo incondizionato di Gilead Sciences. Diagnosi tempestive e rapido accesso ai trattamenti sono i traguardi che il medico deve contribuire a raggiungere, nella pratica quotidiana.

 

Nel suo intervento Francesco Zaffini, senatore e presidente della decima commissione affari sociali, sanità, lavoro e previdenza di Palazzo Madama, ha evidenziato che tante volte le riforme della medicina territoriale sono rimaste incompiute, mentre oggi è fondamentale colmare le lacune. Dobbiamo fare tesoro dell’esperienza del Covid-19 attribuendo al medico di medicina generale un ruolo cardine nell’assistenza primaria e nella riorganizzazione degli assetti sanitari, partendo proprio dalle malattie infettive.

 

Gli screening attuali sono insufficienti. “Le cosiddette patologie acute – sottolinea Claudio Cricelli, presidente Simg – talvolta vengono sottovalutate, ma fanno parte della nostra vita e spesso i pazienti arrivano dallo specialista quando le migliori opportunità sono andate sprecate. Dobbiamo pertanto disegnare un nuovo modello di formazione, basato su una maggiore consapevolezza, strumenti concreti, capacità di intervento per una diagnosi precoce e un’immediata applicazione della terapia. Per fare questo sarà importante dotare le cure territoriali di moderni strumenti informativi, informatici, di personale, di rete, per alleviare il peso degli ospedali e permettere di gestire al meglio i pazienti a rischio”.

 

Per quanto riguarda l’HIV esistono farmaci efficacissimi. “Oltre il 95% dei soggetti trattati ha una viremia perfettamente controllata – sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit – tuttavia, stanno emergendo criticità a livello regionale, in certi casi si rischia di guardare alle scelte convenienti sotto il profilo economico perdendo di vista un quadro più generale. Occorre infatti salvaguardare, in parallelo, l’aderenza alla terapia e consolidare quei benefici a lungo termine, così faticosamente ottenuti, che nel caso delle infezioni croniche sono essenziali”.

 

Conclusa la prima fase del progetto, al ministero si sono poste le basi per un rilancio della lotta alle malattie infettive. Al convegno sono intervenuti Sabrina Valle, Ufficio 5 (Struttura Complessa) – Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e Profilassi Internazionale, Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria; Loreta Kondili, Centro Nazionale per la Salute Globale, Istituto Superiore di Sanità; Marco Borderi, Malattie Infettive, IRCCS Policlinico S. Orsola- Malpighi, Bologna; Ignazio Grattagliano, Responsabile Area Gastroenterologica Simg; Alessandro Rossi, Responsabile SimgArea Patologie Acute; Barbara Suligoi, Responsabile del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità. Moderatore il giornalista scientifico Daniel Della Seta, organizzazione a cura di Regia Congressi.