AIL Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma, ha presentato a Roma i risultati di un’indagine realizzata da Doxa Pharma con il supporto incondizionato di AbbVie per far conoscere le esperienze e le esigenze nel percorso di cura dei pazienti con leucemia mieloide acuta. L’idea era quella di in viaggio da fare insieme. Una diagnosi di leucemia cambia in modo significativo la vita di chi ne è affetto, ci si sente smarriti sul piano fisico e psicologico. La presa in carico di un paziente è una priorità assoluta per il Sistema Sanitario Nazionale.

 

Fatta la diagnosi, l’ematologo ha il compito di comunicarla al paziente, un momento cruciale in tutto il percorso di cura. Attualmente la presa in carico avviene in maniera piuttosto uniforme sul territorio nazionale; il paziente viene ricoverato in una struttura ospedaliera o universitaria. Naturalmente esistono alcune criticità. Non sempre, ad esempio, le strutture sono perfettamente organizzate per poter seguire l’intero percorso di cura. Si tratta di carenze di tipo logistico, organizzativo e di risorse umane. In molti casi gli ambulatori e i day hospital sono sovraffollati. In alcuni casi i laboratori non sono sempre di terzo livello. E questo è un punto fondamentale perché la diagnosi deve essere fatta in tempi il più possibile rapida. Per superare queste carenze è necessario interloquire con le Istituzioni sanitarie regionali e nazionali, che potrebbero intervenire direttamente sulla struttura e migliorarla.

 

AIL è vicina da sempre ai pazienti con servizi di assistenza domiciliare multidisciplinari. Con una diagnosi di LMA l’ospedale resta il fulcro fondamentale per il percorso terapeutico. In prospettiva, si dovrebbe creare una sorta di partenariato tra ospedale, paziente e servizi di cure domiciliari sul territorio.