Le sfide più impellenti, nella nostra società, quelle da affrontare con urgenza, saranno presto le malattie neurodegenerative, e le nuove emergenze legate alla salubrità ambientale, vedi l’inquinamento e le ripercussioni degli sconvolgimenti climatici dovuti anche all’impatto delle risorse energetiche dissipate nel nostro pianeta. Questo il punto chiave della lezione di Aaron Ciechanover, biologo israeliano, vincitore assieme ad Avram Hershko e a Irwin Rose, del Premio Nobel per la Chimica 2004. Un riconoscimento alla scoperta dell’ubiquitina, meccanismo finissimo che controlla il processo di degradazione delle proteine nel corpo umano. Si tratta di un passaggio cruciale, che si presume entri in gioco nell’Alzheimer e nel Parkinson, per mutazione o errata regolazione di un gene.

L’aspettativa di vita è cresciuta di almeno trent’anni nel secolo scorso. Un avanzamento legato ai progressi della clinica e della farmacologia, che promette risultati ancora più sorprendenti, stando alle prospettive della medicina personalizzata e predittiva. Del resto da anni la ricerca punta a curare ogni persona in modo individualizzato, con esiti rivoluzionari. Questo il take home message consegnato dal Nobel nel corso della conferenza che ha concluso la quinta edizione del Festival della Scienza Medica, a Bologna.

L’unicità genetica epigenetica di ciascun individuo fa sì che ci ammaliamo in maniera diversa: non esiste un unico cancro alla prostata o un unico diabete, e allo stesso modo non possono esistere trattamenti unici, bensì ritagliati e personalizzati con estrema precisione. Le tecnologie di sequenziamento del DNA e dell’RNA e quelle che determinano il profilo molecolare e biochimico individuale però aprono il campo, oltre che a prospettive di cura sempre più efficaci, alle problematiche legate a quello che si configura come un inedito e temibile sconfinamento nel campo della privacy. Una sorta di Genoma-Leak, come lo definisce il biologo parafrasando WikiLeaks, epocale fuga di notizie e mole di dati sensibili, esplose come da un vaso di Pandora scoperchiato.

Nel caso di un genoma-leak l’allusione è a cosa potrebbe accadere quando in un futuro prossimo la scienza sarà in grado di determinare esattamente, attraverso il genoma, a quali tipi di malattie siamo suscettibili, come e quando si manifesteranno. Da una singola cellula, analizzata con le tecnologie di scansione e data mining, si scoprirebbero i segreti di ogni singolo individuo, o le caratteristiche di interi strati di popolazione. Ne possiamo ricavare intuizioni sui comportamenti individuali e collettivi in caso di nuove epidemie emergenti, disastri, guerre convenzionali o contaminazioni ambientali. Dati e previsioni che, se dovessero finire nelle mali sbagliate, potrebbero creare non pochi problemi.

Le implicazioni bioetiche (ma anche geopolitiche) sollevate dal professor Ciechanover nel suo intervento nel capoluogo emiliano mostrano che è necessario aumentare il sostegno alla scienza, anche per formare una nuova generazione di giovani ricercatori consapevoli dei rischi, con un impegno coordinato a livello internazionale, a tutela dell’Umanità.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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