Le Infezioni Correlate all’Assistenza provocate da germi multiresistenti agli antibiotici rappresentano un problema di sanità pubblica in tutto il mondo. Come cambiare l’attuale assetto, uniformare l’applicazione delle norme sul territorio nazionale? Riflettori puntati sui progetti Insieme e Resistimit presentati Montecitorio con una larga rappresentanza di parlamentari e dirigenti del Ministero della Salute assieme alle società scientifiche e a rappresentanti delle associazioni del territorio. I temi sono stati approfonditi nel successivo Convegno promosso dalla Simit, che si è tenuto nella sala Capranichetta, al Nazionale.

 

Tra le principali cause del proliferare dei batteri killer si considera l’eccessivo impiego di antibiotici, sia a livello umano che nel mondo animale, ma anche la scarsa conoscenza del tema e la mancanza di buone pratiche come l’igiene delle mani. Per questo occorrono programmi e strategie mirate che favoriscano un uso corretto degli antibiotici (Antimicrobial Stewardship) e un efficace piano di controllo e prevenzione delle ICA. “Nel mondo si stimano 5 milioni di morti associate all’antibiotico resistenza, di cui 1 milione 300mila direttamente attribuibili ad essa. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità stimano nel 2050 una mortalità per germi multiresistenti agli antibiotici superiori alle patologie oncologiche, con 10 milioni di decessi a livello globale – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico Simit –. In Italia si calcolano 11mila morti l’anno, record europeo, un terzo di tutti i decessi. Le ICA hanno un impatto enorme sul SSN, con 2,7 milioni di posti letto l’anno occupati. Il conto economico contempla costi diretti che ammontano a circa 2,4 miliardi di euro. Circa l’8% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione di questo tipo. Tuttavia, è possibile inaugurare un nuovo percorso che permetterebbe di ridurre di almeno il 30% l’impatto di queste infezioni”.

 

Il controllo delle ICA deve essere affrontato in ogni ambito dove queste si verificano: per questo è fondamentale un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo l’infettivologo ma anche ogni altro specialista ospedaliero. La prevenzione delle infezioni rappresenta una componente complementare alla corretta somministrazione degli antibiotici. Il problema principale è che nel nostro Paese spesso abbiamo usato gli antibiotici come sostituto del controllo delle infezioni mentre solo attraverso l’integrazione di queste componenti possiamo vincere questa battaglia contro l’antibiotico-resistenza. Per questo è importante creare una collaborazione con tutti gli attori coinvolti. “Per rendere operative le strategie di contrasto alle Infezioni Correlate all’Assistenza occorrono un coordinamento tra istituzioni, direzioni sanitarie e clinici; un inquadramento in progetti nazionali; un monitoraggio continuativo e un sistema permanente, poiché si tratta di fenomeni in continua evoluzione – sottolinea la Prof.ssa Cristina Mussini, Vicepresidente SIMIT –. Da queste esigenze nasce Insieme, un progetto con cui SIMIT si propone come braccio operativo nell’applicazione del PNCAR, uniformando a livello nazionale le politiche di controllo delle infezioni ospedaliere. Proprio per evitare applicazioni eterogenee abbiamo costituito un gruppo di esperti che possano promuovere la formazione, organizzare controlli negli ospedali e audit che raccolgono le criticità. Nel primo workshop, a Modena, che ha coinvolto 14 ospedali distribuiti su tutto il territorio nazionale, abbiamo formato e addestrato il gruppo di progetto e creato una survey allo scopo di evidenziare le criticità principali per l’implementazione dei programmi di contrasto alle infezioni nosocomiali negli ospedali. Questo questionario lanciato e diffuso dalla SIMIT ha visto la partecipazione di oltre 40 ospedali. Dalle risposte abbiamo rilevato la difficoltà di interazione tra i diversi gruppi di lavoro, la mancanza di personale dedicato e di sistemi integrati di sorveglianza nei laboratori, la necessità di diffondere ulteriormente pratiche standard come, ad esempio, l’igiene delle mani del personale sanitario, che deve essere rafforzata in almeno la metà degli ospedali. Più della metà degli ospedali non ha un sistema integrato di monitoraggio delle principali infezioni diffuse nelle chirurgie, legate agli accessi vascolari, alle infezioni del tratto urinario, alle polmoniti, alle protesi articolari con difficoltà nell’attuare interventi di prevenzione specifici (bundle) degli stessi. Migliorare la situazione è possibile, basti pensare che con l’applicazione di strategie adeguate possono prevenire fino al 50% delle ICA. Serve dunque sia un’azione culturale che generi consapevolezza, sia una strategia operativa che realizzi un’inversione di rotta che acquisti continuità”.

 

L’altro progetto avviato dagli infettivologi è la piattaforma clinica Resistimit, finalizzata a combattere i microrganismi multiresistenti agli antibiotici con due strumenti: la realizzazione di un registro dinamico nazionale inquadrato in un solido sistema di sorveglianza; un software per la messa in rete di questi dati, che tramite intelligenza artificiale diventeranno utile strumento anche per definire futuri scenari. “Il progetto ora si estende su 30 centri infettivologici a livello nazionale – spiega il Prof. Marco Falcone, Consigliere SIMIT – Queste 30 unità operative di malattie infettive svolgeranno un’attività di sorveglianza e condivideranno dati continuamente aggiornati su trend epidemiologici, caratteristiche dell’infezione, mortalità associata all’infezione e altri parametri utili. Oggetto di studio saranno batteri, funghi, virus e ogni altro microrganismo resistenti ai farmaci. I nostri centri clinici devono fornire ai decisori un supporto tecnico-scientifico basato su dati di real-life per dimostrare efficacia e sicurezza dell’uso degli antibiotici nel nostro Paese. Gli antibiotici restano un prezioso strumento salvavita, ma devono essere usati con consapevolezza. La piattaforma software che utilizzeremo, inoltre, permetterà non solo di mettere in rete tutti i dati di real life, ma anche di determinare un sistema di analisi dei dati stessi tramite l’intelligenza artificiale con analisi predittive”.

 

“In Italia, il Piano d’Azione Nazionale “Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025”, approvato il 30 novembre 2022, fornisce le linee guida strategiche e indicazioni operative per affrontare l’antibiotico-resistenza nei prossimi anni – ha evidenziato Francesco Paolo Maraglino, Direttore Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e Profilassi Internazionale, Ministero della Salute – Il Piano segue un approccio multidisciplinare e una visione One Health, promuovendo anche un costante confronto in ambito internazionale. Il PNCAR 2022-2025 include anche azioni riguardanti il settore ambientale, integrando dunque l’approccio One Health già definito nel precedente documento. Il PNCAR è finanziato con 40 milioni l’anno per le attività da realizzare nel triennio 2023-2025. Il Ministero monitora le attività del Piano attraverso una Cabina di Regia istituita per rafforzare la Governance centrale e garantire un efficace coordinamento tra le istituzioni centrali e le Regioni”.

 

Per affrontare le sfide poste dalle ICA, la SIMIT si è avvalsa della collaborazione dell’Associazione culturale Fülop, che raccoglie diverse professionalità per collaborare nella lotta alle ICA. “Il nostro lavoro si sviluppa stimolando la consapevolezza del problema e costruendo un’adeguata normativa – spiega l’Avv. Raffaele Di Monda, Presidente Associazione Fülop – Abbiamo redatto il testo di una proposta di legge che a febbraio 2023, che è stato presentato alla Camera da un testo redatto da Fratelli d’Italia con l’On. Matteo Rosso primo firmatario, sottoposto anche all’attenzione del Sottosegretario Marcello Gemmato. La legge raggruppa quanto è già presente in materia; guida il comportamento delle direzioni sanitarie per abbattere il numero di infezioni nosocomiali; crea una banca dati nazionale obbligando tutti gli ospedali a segnalare i casi del proprio centro e le relative terapie. Questo permetterebbe di uniformare i trattamenti e di evitare l’abuso di antibiotici. Alcuni comportamenti virtuosi dovrebbero già essere nei regolamenti degli ospedali, nelle linee guida e nelle leggi regionali, ma spesso non vengono messi in pratica. Per sensibilizzare la popolazione, puntiamo non tanto ai sanitari, quanto alle persone che frequentano gli ospedali come pazienti, visitatori, fornitori o addetti ai lavori. Abbiamo messo in scena al teatro Sannazaro di Napoli la rappresentazione teatrale “As It Was: le Ultime Ore di Fulop Semmelweis”. Presentiamo il problema delle ICA agli adolescenti con un messaggio tra pari. Infine, abbiamo preparato un videogioco con finalità didattiche”.

 

Un confronto tra i diversi attori impegnati contro le ICA si è sviluppato nell’incontro istituzionale che si è tenuto alla Sala Stampa della Camera dei Deputati su iniziativa dell’On. Mauro D’Attis, Membro V Commissione, Bilancio, Tesoro e Programmazione, Camera; sono intervenuti l’On. Luciano Ciocchetti, Vicepresidente XII Commissione Affari Sociali, Camera; l’On. Gian Antonio Girelli, Membro XII Commissione Affari Sociali, Camera; l’On. Simona Loizzo, Membro XII Commissione, Affari Sociali; Francesco Paolo Maraglino, Direttore Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e Profilassi Internazionale, Ministero della Salute; Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT; Marianna Meschiari, Controllo delle infezioni correlate all’assistenza e stewardship antimicrobica, Clinica Malattie Infettive, Policlinico di Modena; Prof. Marco Falcone, Consigliere SIMIT; Avv. Raffaele Di Monda, Presidente Progetto Fülop; Prof.ssa Cristina Mussini, Vice Presidente SIMIT. A moderare il giornalista scientifico Daniel Della Seta. A seguire, presso l’Hotel Nazionale, per due giorni oltre cento infettivologi di tutta Italia si sono ritrovati per analisi e confronto su questi temi.

 

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