Gli episodi di bullismo nelle scuole sono tuttora un problema diffuso. Al solito sono presi di mira i soggetti più deboli e indifesi, altre volte il branco pesca a caso tra i coetanei le vittime predestinate, soggiogandole, a seconda delle circostanze, con vessazioni psicologiche, maldicenze, insulti, fino alla violenza fisica, spesso intrecciata con il tam-tam telematico nelle sue innumerevoli sfaccettature negative: per queste ultime si è coniato il termine cyberbullismo. È importante sensibilizzare gli alunni già negli anni delle primarie, spiegare loro come riconoscere e combattere l’aggressività in tutte le sue forme, sapendo che con la pubertà, già negli anni delle scuole medie, iniziano le prime schermaglie. Presso le Scuole Marri-S.Umiltà di Faenza si è organizzato un ciclo di incontri per affrontare questo tema delicatissimo. L’iniziativa ha visto la partecipazione straordinaria di Fabio De Nunzio in qualità di presidente dell’associazione Bullismo? No, grazie! che si è rivolto, con linguaggi appropriati a seconda dell’uditorio, sia alle classi, sia al pubblico adulto.

 

Già inviato di Striscia la Notizia per 18 anni, il buon Fabio è poi passato al Caffè di Raiuno e ad altre esperienze sempre sotto i riflettori, e si è distinto pure come autore. Nel suo impegno come esponente del Terzo Settore ha affrontato la piaga del bullismo scolastico, contribuendo a spiegare come e perché si verificano episodi incresciosi dentro e fuori la scuola, quali sono le dinamiche sottese a questo fenomeno e come fare prevenzione. L’associazione Bullismo? No, grazie! porta avanti una meritoria opera di sensibilizzazione, che richiede costante supporto da parte degli insegnanti, delle famiglie, e che grazie al contributo essenziale degli sponsor mette in piedi iniziative tali da scongiurare atteggiamenti insolenti e molesti in seno agli istituti di istruzione.

 

I valori da salvaguardare

Le vittime in particolare devono essere sostenute e protette nel tempo, mentre i bulli vanno affrontati senza incertezze, in modo che possano comprendere le conseguenze deleterie dei comportamenti. Affermare il valore della gentilezza serve a favorire la crescita di una società dove ciascun individuo sia valorizzato per le proprie diversità e unicità. Inoltre, è essenziale insegnare ai giovani a comunicare in modo sano, a gestire le emozioni e sviluppare l’empatia nei confronti degli altri. La lotta al bullismo deve essere sostenuta dalla società nel suo insieme, prendere posizione contro ogni forma di violenza e discriminazione è il presupposto irrinunciabile per mantenere un ambiente sociale equo e solidale.

 

Inclusione e rispetto reciproco

Fabio De Nunzio da anni dedica una parte importante del suo tempo e delle sue energie al volontariato, paladino della lotta al bullismo, al cyberbullismo, a tutte le forme di sopruso, e la sua presenza in veste di testimonial porta ad acquisire maggiore consapevolezza su temi così rilevanti. Gli incontri di Faenza, patrocinati dalle autorità scolastiche e dalle istituzioni della città, hanno visto la fattiva collaborazione dell’associazione Educhiamo Aps e di Bitways, da tutti è venuto un fondamentale contributo alla riuscita degli appuntamenti. È importante continuare a promuovere iniziative come quella di Faenza per garantire un ambiente scolastico inclusivo e rispettoso. Grazie alla partecipazione di ambasciatori di buona volontà come Fabio De Nunzio, e grazie alle associazioni coinvolte nelle manifestazioni promosse in tutta Italia, possiamo sperare in un futuro in cui il bullismo sia sconfitto e diventi solo un triste ricordo del passato.

 

I numeri, le dinamiche

Nella fascia di età tra gli 11 e 17 anni oltre il 50% delle ragazze e dei ragazzi riferisce di aver dovuto subire occasionalmente episodi di bullismo, e tra chi utilizza quotidianamente il cellulare (85,8%), ben il 22,2% riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo. Secondo vari esperti, l’arroganza è frutto di una carenza educativa da parte delle famiglie, con genitori che assecondano i figli bulli in tutto e per tutto, per paura di contrariarli, senza porre loro limiti, pensando di fare bene. Questo determina una incapacità a gestire le normali dinamiche relazionali nelle nuove generazioni. Ad aggravare il problema le tecnologie digitali messe in mano a bambini che faticano a comprendere la pervasività dei dispositivi utilizzati.  Oltre il 75% degli adolescenti italiani ignora poi che cosa sia il bullismo sessuale, il 60% ha più chiaro quando commette un atto di questo tipo che non quando lo subisce, e le vittime degli approcci grevi sono più spesso le femmine, dati emersi dal primo progetto sul bullismo sessuale (Addressing sexual bullying across Europe) finanziato dalla Commissione Europea. Vittime di bullismo sono spesso giovani presi di mira in quanto affetti da disturbi che comportano conseguenze a livello somatico o comportamentale (autismo, sovrappeso, allergie, dermatiti, inestetismi, diabete, ingessature). Altri vengono presi di mira per l’aspetto fisico, l’abbigliamento, le credenze religiose, l’estrazione sociale, la provenienza geografica. Bullismo, violenza verbale e fisica, aggressività e provocazioni sono azioni spesso diffuse tra gli adolescenti, ma davanti alle quali sorprendentemente sette giovani su dieci reagiscono con indifferenza. Questo il dato che emerge da un sondaggio dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap) su un campione di ragazzi tra i 18 e i 25 anni. Tutti, chi più chi meno, rispondendo alle domande, minimizzano le offese, considerano ad esempio che denigrare ad alta voce un coetaneo, assillarlo con qualche brutto scherzo o escluderlo dal gruppo siano tutto sommato espressioni socialmente accettabili e prive di conseguenze, al punto che nessuno interviene per difendere la vittima.