Nei giorni scorsi, presso l’auditorium del Ministero della Salute, si è tenuto un incontro promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in collaborazione con altre società scientifiche e istituzioni, con particolare attenzione al tema degli screening. Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit, ha ricordato che la pandemia ha determinato un ritardo diagnostico per l’HIV e un rallentamento nei trattamenti dell’epatite C, mettendo a rischio gli obiettivi di eliminazione dell’HCV in Italia entro il 2030, come indicato dall’Oms.

 

L’incontro ha evidenziato l’importanza degli screening come investimento per il Sistema Sanitario Nazionale, in quanto permettono di favorire un risparmio economico. È necessario favorire l’appropriatezza e la sostenibilità della spesa pubblica sanitaria, basandosi su parametri che quantifichino il risparmio. Inoltre, è importante sviluppare delle riforme in una cornice normativa adeguata, al fine di superare gli sprechi e le disparità territoriali.

 

Nel commentare i dati sull’HIV del 2022, recentemente pubblicati dal Ministero della Salute, è stato rimarcato il fatto che due terzi delle diagnosi siano tardive, talvolta già in fase di Aids conclamato, e si stima che in Italia ci siano ancora circa 140mila persone con l’infezione inconsapevoli. È quindi necessario incoraggiare l’accesso ai test e combattere lo stigma per migliorare la diagnosi precoce e il trattamento dell’HIV.

 

Per quanto riguarda l’epatite C, sono stati evidenziati i progressi raggiunti grazie ai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta, che permettono di eradicare il virus in maniera definitiva. Tuttavia, alcune regioni italiane devono ancora avviare programmi di screening, e si chiede una proroga all’uso dei fondi fino al 2024 per favorire l’applicazione di questi progetti. È inoltre necessario ampliare gli screening alle coorti d’età più anziane, dove sono ancora presenti casi di infezione.

 

Infine, è stato evidenziato il ruolo degli screening nell’epatite B, laddove il vaccino obbligatorio ha ridotto drasticamente l’infezione negli under 40, ma rimane presente in altre coorti d’età e nei nati fuori dall’Italia. Per l’epatite Delta, è possibile impiegare un nuovo farmaco, la bulevirtide, che permette di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.

 

All’incontro promosso da Simit, aperto da Massimo Andreoni e da Claudio Mastroianni, sono intervenuti il Capo di Gabinetto del Ministro della Salute Marco Mattei, Anna Caraglia, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute; Daniele Manca, Quinta Commissione Bilancio, Senato; Gian Antonio Girelli e Simona Loizzo, Dodicesima Commissione Affari Sociali della Camera; Guido Bertolaso, Assessore alla Sanità Regione Lombardia; Mario Palermo, Dirigente Assessorato Salute della Regione Sicilia; Fabrizio Greco, Presidente Assobiotec; Barbara Suligoi, Responsabile del Centro Operativo AIDS, ISS.

 

La tavola rotonda ha visto la partecipazione di illustri professori: Alessandro Bartoloni, Ordinario Malattie Infettive all’ Università di Firenze; Vincenza Calvaruso, Segretario AISF; Antonio Cascio, Ordinario di Malattie Infettive all’ Università di Palermo; Ignazio Grattagliano, Responsabile Area Gastroenterologia SIMG; Antonio Magi, Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma; Cristina Mussini, Ordinario di Malattie Infettive, Università di Modena e Reggio Emilia. Moderatore Daniel Della Seta, giornalista scientifico.