Nel cinquanta per cento della popolazione si possono individuare noduli alla tiroide durante una ecografia di routine. Mai farne un dramma. L’evenienza più temuta, il tumore alla tiroide, è relativamente raro, si può trattare, e riguarda meno del 5% dei noduli tiroidei, che invece sono molto comuni e preferibilmente inoffensivi.

La notizia di un nodulo tiroideo determina tuttavia, comprensibilmente, una crisi emotiva, ma chi riceve la diagnosi deve essere rassicurato dal medico specialista.

Gli allarmismi sono fuori luogo, anche perché fortunatamente la maggior parte dei soggetti che hanno noduli se li tengono senza problemi, il più delle volte questi inquilini silenziosi si fermano dove sono, senza andare avanti o indietro. Per anni ci siamo affannati a farci prescrivere scintigrafie, agobiopsie, ripetuti esami e analisi, spesso presi da una paura irrazionale che rievoca lo spettro di Chernobyl. Tanti hanno anche iniziato a prendere farmaci su indicazione del medico, secondo linee guida, qualche paziente ha fatto l’operazione, e ha ripreso una vita attiva.

Ora, finalmente, si sono riunite attorno allo stesso tavolo le principali società scientifiche. L’Associazione Italiana della Tiroide (AIT), l’Associazione Medici Endocrinologi (AME), la Società Italiana di Endocrinologia (SIE), l’Associazione Italiana Medici Nucleari (AIMN), la Società Italiana Unitaria di Endocrino Chirurgia (SIUEC) e la Società di Anatomia Patologica e di Diagnostica Citologica (SIAPEC), hanno sentito l’esigenza di aggiornare i rispettivi punti di vista e redigere nuove linee guida per la gestione ottimale dei noduli alla tiroide.

“Abbiamo un documento unitario condiviso – dichiara in un comunicato Rinaldo Guglielmi, Past President AME, Associazione Medici Endocrinologi – che permette di individuare i soggetti che meritano una maggiore attenzione ed evitare di sottoporre inutilmente a indagini invasive la maggior parte dei pazienti con noduli, che non presentano elementi preoccupanti, senza trascurare quella minoranza di soggetti che invece va indagata“.

Nel documento si raccomanda di procedere con interventi chirurgici meno estensivi, confermando la tendenza a prediligere interventi conservativi in assenza di caratteristiche che possono allarmare.

Secondo l’ultimo rapporto Airtum, l’anno scorso si sono registrate più di 15mila nuove diagnosi di cancro alla tiroide. Questo aumento nel numero di diagnosi, non associato a un aumento della mortalità (nel 76% dei casi si guarisce completamente) sembra associato alla maggiore frequenza degli screening e accuratezza degli esami.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute