Gli italiani si sentono ancora inadeguati di fronte alle disabilità, ma grazie all’innovazione supereremo barriere e pregiudizi. Questo è quanto emerge dall’indagine condotta da SWG per Sanofi in occasione della prossima Giornata internazionale delle persone con disabilità.

Secondo l’indagine, quattro italiani su cinque hanno esperienza diretta o indiretta con la disabilità, e uno su cinque ha un familiare portatore di disabilità. Nonostante ciò, emerge un senso di disagio e impaccio nel 50% dei casi di fronte alle persone con disabilità. Tuttavia, conoscere la disabilità da vicino rende più ricettivi e sensibili al tema due italiani su tre.

Un dato interessante è che c’è uno sfalsamento tra come si reputano svantaggiate le persone con disabilità e come invece si percepiscono loro stesse, ovvero integrate e con buone prospettive di inclusione. È un dato unanime che l’avanzamento tecnologico e l’innovazione sono le chiavi per rispondere alle sfide della disabilità.

L’indagine, condotta su un campione di mille italiani e voluta da Sanofi nell’ambito del Contest Make to Care, ha lo scopo di valutare l’approccio alla disabilità e la percezione della stessa. Marcello Cattani, Presidente e AD di Sanofi Italia e Malta, afferma che l’azienda vede con soddisfazione come la tecnologia e l’innovazione siano percepite come fattori abilitanti verso soluzioni concrete per le persone con disabilità. Ecco di seguito, riportata integralmente, la dichiarazione di Marcello Cattani.

 

“Make to Care porta avanti, da anni, una ricerca sull’open-innovation in ambito healthcare che nasce e si sviluppa anche fuori da ospedali, centri di ricerca, università ed è guidata da nuovi soggetti. Siamo entrati in contatto con decine e decine di pazienti-innovatori che ci hanno condotto in una riflessione importante sull’universo della disabilità in tutte le sue sfumature e derivazioni: impatto sociale, dinamiche di inclusione, politiche sanitarie. Con questa indagine abbiamo voluto portare un ulteriore contributo e comprendere più a fondo sfide e necessità. Come azienda che ha fatto della lotta alle malattie rare, alla sclerosi multipla e a tante patologie croniche con ricadute invalidanti la propria missione, vedo con soddisfazione una conferma di quanto tecnologia e innovazione siano percepite come fattori abilitanti verso soluzioni che possono supportare concretamente le persone con disabilità”.

 

L’indagine ha approfondito l’approccio alla disabilità sotto diversi punti di vista, evidenziando alcune discrepanze paradossali. Ad esempio, i portatori di disabilità si considerano più spesso inclusi di quanto siano riconosciuti dal totale del campione, ma allo stesso tempo vedono più spesso la loro condizione in peggioramento rispetto a 10 anni fa.

Emerge anche una sorta di “inabilità sociale” verso la condizione di disabilità: più di un italiano su tre dichiara di non sapere come reagire e comportarsi di fronte a una persona con disabilità. Le emozioni rappresentano ancora una barriera, anziché una risorsa che alimenti attenzione ed empatia verso chi vive con disabilità.

Per quanto riguarda le opportunità offerte dalla tecnologia, gli strumenti che permettono di comunicare e udire a chi non può farlo, quelli che consentono di muoversi in autonomia e le tecnologie che permettono di essere in contatto con amici e parenti sono considerate le innovazioni più utili per aumentare l’integrazione nella società delle persone con disabilità.

Le tecnologie sono percepite come fondamentali da tutti gli intervistati, ma l’impatto è ritenuto più marginale per le disabilità psichiche e cognitive. Tuttavia, il 50% dell’intero campione è concorde sul fatto che le priorità della politica e degli incentivi dovrebbero concentrarsi sugli strumenti tecnici e tecnologici.

L’indagine, come si diceva, evidenzia che gli italiani si sentono ancora inadeguati di fronte alle disabilità, ma l’innovazione può superare barriere e pregiudizi. È fondamentale continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche per favorire l’inclusione delle persone con disabilità nella società. Solo così potremo garantire loro una migliore qualità di vita e un futuro più inclusivo.