Estate tempo di diete, meglio evitare le improvvisazioni. «Spesso i consigli per dimagrire che si trovano sul web sono privi di fondamento scientifico – spiega Marco Tonelli, presidente Andid, Associazione nazionale dietisti -. Anzi, per potersi mantenere in linea è importante mangiare di tutto, non escludere nulla, quelli che spesso sono ritenuti alimenti che ingrassano, in realtà spesso possono aiutare il metabolismo. Come ad esempio la pasta, il pane, i carboidrati in genere, se mangiati nelle giuste quantità al momento giusto».

«L’alimentazione deve essere variata: in estate abbiamo bisogno di meno calorie, di meno grassi. Di un’alimentazione più leggera fatta di alimenti vegetali, quindi frutta e verdura, ma anche primi piatti, piatti freddi, secondi, e tutti gli alimenti proteici sono importanti, dando spazio anche a carne, pesce, uova, latte, inseriti con le giuste frequenze». «Bisogna fare attenzione – conclude il presidente dei dietisti – all’eccesso di grassi, soprattutto all’eccesso di zuccheri semplici e di alimenti raffinati, perché ci creano un picco glicemico e di conseguenza un picco di insulina».

Che fine ha fatto la dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’Umanità? Andid, Associazione nazionale dietisti, e Università di Messina, hanno appurato che gli italiani sono sempre più disorientati in tema di sana alimentazione, calorie e nutrienti. Ma quali sono le convinzioni errate più diffuse? Innanzitutto, l’idea ingannevole che mangiar sano equivalga a sacrificare i piaceri del palato, gusto, sapori e golosità, e che quindi seguire uno stile alimentare sobrio sia un traguardo difficile da raggiungere. Infine l’orientamento a una dietetica per slogan, che spinge a prediligere le sottrazioni dei fondamentali (senza grassi, senza zuccheri) e le aggiunte attraenti (con fibre, con vitamine), nel tentativo di assecondare l’ossessione del cibo. Basti pensare alle varianti «con o senza olio di palma» ormai disponibili per numerosissimi prodotti da forno che, rispetto ai loro analoghi convenzionali, hanno un profilo nutrizionale praticamente sovrapponibile, con il risultato però che la dicitura «senza» può indurre a un consumo con leggerezza, proprio in virtù del cosiddetto «alone salutare» di reputazione che li circonda.