In vista della Giornata Mondiale del Diabete (14 Novembre) la questione aperta resta la corsa a ostacoli per l’accesso a farmaci e device innovativi. Persistono disomogeneità di trattamento tra le diverse regioni, anche per questo si rende necessario riprogrammare l’assistenza diabetologica alla luce dei principi ispiratori del Pnrr, con gli strumenti della telemedicina.

Nel corso di una conferenza stampa indetta per annunciare le iniziative congiunte, i diabetologi hanno raccomandato di completare il ciclo vaccinale anti-Covid. La terza dose di richiamo si rende necessaria per scongiurare nuove ospedalizzazioni, avvertono i presidenti della Società italiana di diabetologia (SID), Agostino Consoli, e dell’Associazione medici diabetologi (AMD) Graziano Di Cianni.

Sono trascorsi 100 anni dalla scoperta dell’insulina, eppure c’è ancora un divario da colmare se si pensa che attualmente meno del 50% dei pazienti riceve terapie che rientrano nelle indicazioni. L’accesso alle cure, afferma Consoli, “deve essere garantito a tutti i cittadini con diabete, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, inaccettabile che ci siano venti e più servizi sanitari diversi in Italia, uno per ogni Regione”. “Come società scientifiche della diabetologia italiana – prosegue Di Cianni – abbiamo il dovere di garantire l’equità di accesso alla migliore qualità di cura in termini di innovazione e quindi di efficacia su tutto il territorio nazionale”.

Ma quali sono le tecnologie che fanno la differenza? Siamo passati dai microinfusori di insulina ai sensori che permettono di controllare in modo automatico e continuo i livelli di glucosio, per arrivare a sistemi di monitoraggio che permettono di regolare in modo automatico l’infusione dell’esatta quantità di insulina per il mantenimento di un buon controllo glicemico. A breve saranno disponibili anche penne di insulina che mantengono in memoria la posologia e il tempo della somministrazione.