Prurito insistente, arrossamenti cutanei e lesioni della pelle affliggono migliaia di persone in Italia. La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica di competenza del dermatologo, causata da una combinazione di fattori genetici, immunitari e ambientali. In Italia, più di 35.000 persone sono assillate da prurito intenso e doloroso, insonnia da parestesie, e subiscono lo stigma sociale.

Fortunatamente, negli ultimi anni sono state sviluppate valide terapie per trattare la dermatite atopica, tra queste c’è abrocitinib, un farmaco approvato dall’AIFA per i pazienti adulti con dermatite atopica severa candidati a terapia sistemica. Si tratta di una opzione che potrebbe rivoluzionare la vita delle persone spegnendo la malattia, aiutando a ottenere un sollievo che prima sembrava irraggiungibile.

La dermatite atopica può esordire nell’infanzia, manifestarsi durante l’adolescenza, ma ci sono casi che esplodono in età adulta, talvolta persino dopo i 65 anni. Questa affezione si caratterizza per arrossamenti cutanei estesi, prurito persistente e secchezza della pelle, che possono colpire diverse parti del corpo, come il volto, il collo e le mani.

Durante le fasi acute possono manifestarsi vescicole che progrediscono in lesioni squamose, mantenendo un arrossamento cutaneo costante. Il prurito intenso è uno dei sintomi principali della malattia, che può rendere gravose anche le più semplici attività quotidiane. Tuttavia, con le terapie adeguate, è possibile controllare i sintomi e migliorare la sensazione di benessere. Grazie ai progressi nella ricerca e alla disponibilità di terapie come abrocitinib, i pazienti affetti da dermatite atopica grave possono sperare in una remissione più efficace dei sintomi. Gli studi clinici hanno dimostrato che questo farmaco, assunto con una sola somministrazione al giorno (si prende per bocca) può contribuire al miglioramento della qualità di vita spegnendo anche le manifestazioni più severe. Il meccanismo d’azione consiste nel bloccare una Janus chinasi che interviene nella trasduzione di segnali tipici della dermatite atopica, riducendo l’infiammazione cutanea e il prurito.

Un testo del professor Giampiero Girolomoni, diffuso nella primavera dell’anno scorso, descriveva abrocitinib come un antinfiammatorio specifico per la dermatite atopica che agisce in modo rapido efficace nel ridurre i sintomi della malattia. Gli studi condotti su pazienti selezionati hanno dimostrato una superiorità nella risoluzione precoce di segni e sintomi, con ottima tollerabilità.

La diagnosi di dermatite atopica può essere tardiva e spesso va formulata una diagnosi differenziale con altre patologie cutanee. Mario Picozza, Presidente dell’Associazione Nazionale Dermatite Atopica (ANDeA), ha sottolineato più volte l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle problematiche legate a questa affezione dermatologica, evidenziando i bisogni ancora insoddisfatti dei pazienti.

La forma infiammatoria cronica, se trascurata, può perdurare per tutta la vita con fasi alterne di remissione e riacutizzazioni. Può interessare testa, tronco e arti ma spesso le sedi maggiormente colpite sono anche quelle più visibili: volto, collo, mani; per questa sua visibilità e il forte prurito, la patologia ha un pesante impatto sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. In Italia la dermatite atopica colpisce l’età pediatrica con percentuali del 15% circa, e con percentuali dell’8-10% in giovani/adulti.

 

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