Cresce del 3,9% il ricorso all’angioplastica, con quasi 37 mila interventi effettuati nei laboratori di emodinamica, e una riduzione di mortalità fino al 5% registrata in alcune regioni. «Per la prima volta – ha affermato Giuseppe Tarantini, al congresso della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (SICI-GISE) – possiamo affermare che l’angioplastica coronarica con impianto di stent è una procedura mininvasiva che ha sta debellando l’infarto miocardico acuto. In particolare, con il progetto Stent for Life, promosso dalle Società Europee di Cardiologia (ESC) e di Interventistica Cardiovascolare (EAPCI) si è riusciti ad assicurare pari opportunità di tempestivo accesso alla procedura salvavita, a tutti indistintamente».

Ogni anno in Italia si registrano circa 150mila casi di sindrome coronarica acuta. L’angioplastica primaria si attesta, con 36.876 interventi effettuati l’anno scorso, a livello di 609 procedure per milione di abitanti. “L’emodinamica ha rivoluzionato la cardiologia perché permette di effettuare contemporaneamente la diagnosi e l’immediato trattamento dell’infarto miocardico, che è la prima causa di morte nei Paesi occidentali – ha dichiarato Giovanni Esposito, Presidente del Congresso GISE – del resto il primo intervento di angioplastica è stato eseguito in Italia nel 1981 e, da quel momento, l’evoluzione di questa tecnica è stata costante”.

Sempre su cuore e apparato cardiovascolare, per quando riguarda la sostituzione della valvola aortica transcatetere (TAVI) si registra un aumento delle procedure del 20,4 per cento, tuttavia in tema di trattamento delle valvulopatie per via percutanea rimane aperto tuttora il problema di un divario di accesso tra le diverse regioni italiane. La tecnologia, l’esperienza e le evidenze scientifiche hanno spinto GISE ad aggiornare gli standard necessari per eseguire procedure Tavi nella stenosi valvolare severa sintomatica. Nell’ambito delle cardiopatie assume un importate significato il trattamento percutaneo della patologia della valvola mitrale, che si configura spesso nell’ambito più complesso dello scompenso cardiocircolatorio, patologia in costante crescita in relazione all’aumento della vita media e patologie che si sommano tra loro con il passare degli anni.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute