Solitudine, smarrimento e tanto bisogno d’affetto. Si fanno sentire gli effetti del prolungato isolamento provocato dalla pandemia sugli anziani. Lo rivela uno studio italiano finanziato dall’ Associazione per la Ricerca sulle Demenze (ARD Onlus) pubblicato su Neurological Sciences. In aumento del 20% stati di agitazione, irritabilità, ansia e apatia.

Le restrizioni nelle zone rosse, i lockdown, le limitazioni alle visite dei parenti, sono tutte prove che hanno causato ripercussioni negli anziani con demenza. Le rilevazioni sono state condotta dallo Stroke & Dementia Lab, istituito all’interno del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Luigi Sacco dell’Università di Milano grazie al contributo dell’Ard, sodalizio presieduto dal professor Claudio Mariani. I disagi emersi o peggiorati durante i mesi di isolamento sono gli agitazione e aggressività, che si sono evidenziati nel 21% dei soggetti studiati, ansia (15%), apatia e indifferenza (13%), irritabilità (12%). Si è registrato anche un 10% di anziani in cui si è fatta sentire la depressione, nel 6% dei casi sono stati descritti disturbi dell’altalena sonno-veglia, e pensiero farneticante, nelle persone fragili. Una dura prova anche per familiari, badanti, conviventi o assistenti, che hanno dovuto confrontarsi con gli effetti del periodo trascorso in solitudine. Nel 15% dei pazienti c’è stata necessità di incrementare il dosaggio dei farmaci già in uso o richiedere la prescrizione di nuove terapie.

Coordinatore della ricerca negli anziani con Alzheimer, deterioramento delle funzioni cognitive e diagnosi di demenza, è Leonardo Pantoni, ordinario di Neurologia dell’Università di Milano, e direttore della Neurologia del Sacco. “Nella maggioranza dei casi – ha scritto il professor Pantoni – abbiamo avuto un aggravamento di problemi preesistenti. Il confinamento a casa è deleterio, sebbene un consistente grado di malessere fosse già presente prima del lockdown”. I dati raccolti evidenziano che gli anziani con demenza, oltre ad avere un maggior rischio di contrarre Covid-19, vanno più spesso incontro a malattia grave e soprattutto a complicanze neurologiche come un ridotto livello di coscienza, delirium, ictus.