“La cultura è un elemento essenziale per capire l’importanza della corretta alimentazione, poiché si assiste a una crescita dei disturbi alimentari, come hanno rivelato i dati del sistema di sorveglianza, e in Italia oltre il 20% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8% addirittura obeso”. È il messaggio del ministro della Salute, Giulia Grillo, letto all’apertura del Festival del Giornalismo Alimentare di Torino. Con il Miur (Università e ricerca) il dicastero della Salute si adopera per favorire la corretta alimentazione come proposta continuativa lungo tutto il percorso scolastico. Un percorso che si inserisce dentro strategie più complessive, che coinvolgono tutti, anche gli adulti, per incentivare la prevenzione attraverso corretti stili di vita.

Sempre questa settimana è stato annunciato il congresso della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (SISDCA) che si tiene presso la sede della Fondazione Marco Biagi a Modena, nei giorni 3-4-5 marzo. I disturbi alimentari (anoressia e bulimia nervosa quelli più noti) costituiscono un’emergenza sociale. Si stima in Italia un’incidenza pari a 100mila nuovi casi all’anno. Questi inconvenienti colpiscono soprattutto ragazze, ma anche maschi, con manifestazione prevalente in età adolescenziale. Si tratta di sofferenza vera, spesso non riconosciuta, a volte considerata erroneamente un capriccio. Un dolore che coinvolge le famiglie. Oggi sono riconosciuti anche altri disturbi: ortoressia, vigoressia, alimentazione incontrollata. I momenti di crisi sembrano venire a galla più facilmente nel mondo della moda e dello spettacolo, a scuola come in palestra, oppure chiusi in casa, soli davanti al computer. Ma in realtà la malattia può esordire sempre ovunque, anche in assenza di un contesto competitivo conclamato, dunque evitiamo di mettere nel mirino ambienti o discipline da colpevolizzare.

Umberto Nizzoli, presidente della società scientifica, afferma da parte sua che il valore della bellezza nella cura è un tema trainante del congresso «…perché puntare alla bellezza e alla passione significa puntare al miglioramento delle condizioni emotive e relazionali. Bellezza di un incontro con le pazienti, secondo le cure più moderne ed efficaci, ma con l’attenzione rivolta all’individualità della persona da aiutare con una relazione terapeutica calda e ricca di umanità, senza escludere la famiglia». Dante Zini, direttore dell’Unità per i disturbi alimentari dell’Ospedale di Baggiovara, a Modena, scrive che il sistema di cura coinvolge un team multidisciplinare composto da più figure coordinate tra loro: medici, infermieri, dietiste, psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili e terapisti della riabilitazione, che lavorano a diversi livelli, in collaborazione con i medici di famiglia e i pediatri, attraverso un dialogo tra ambulatori, day hospital e ospedale, a seconda della tipologia di casi da affrontare.

Alessandro Malpelo

QN Salute Benessere