CAR-T Destinazione Futuro, campagna itinerante promossa da AIL, Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, riparte da Bologna. Sul sito www.ail.it una specifica sezione spiega le novità dell’impiego di cellule ingegnerizzate, addestrate a colpire il tumore quando le prime linee di terapia convenzionale hanno fallito. Online la mappa aggiornata dei Centri autorizzati alla somministrazione in Italia, e informazioni sulle cure che ingegnerizzano i linfociti T per aiutarli a combattere i tumori.

L’Emilia Romagna ha nel Seragnoli, l’Istituto di Ematologia dell’Università di Bologna, un Centro di riferimento all’avanguardia. «L’arrivo delle Car-T ha innescato grandi aspettative: ma serve un’informazione corretta e trasparente – ha affermato Sergio Amadori, presidente nazionale AIL,  intervenuto a Bologna, terza città coinvolta nel tour dopo Roma e Milano – per questo la nostra associazione scende in campo con una campagna itinerante e online di informazione, realizzata con il supporto non condizionante di Celgene (BMS), Janssen e Novartis. L’obiettivo è spiegare ai pazienti e ai loro familiari che l’arma esiste, è efficace, ma al momento non è per tutti, è indicata solo per alcuni tipi di malattie ematologiche e solo per pazienti con requisiti adeguati, avviati presso centri autorizzati».

In Italia al momento abbiamo una trentina di centri autorizzati alla somministrazione. L ‘Istituto  Seragnoli è stato designato come hub, ovvero come centro di riferimento regionale, in Emilia Romagna. Ad oggi, spiega il direttore, Michele Cavo, “abbiamo già due approvazioni da parte di AIFA” per la terapia con le Car-T per il linfoma non Hodgkin e la leucemia linfoide acuta (anche in fascia pediatrica). “I risultati finora sono molto incoraggianti e positivi”, afferma il professor Cavo. Inoltre c’è già l’approvazione da parte di Ema per una terza indicazione, arrivata a giugno per il mieloma multiplo, su cui è in corso la valutazione da parte di Aifa. “Quindi ci auguriamo che nel 2022 si possano espandere le opzioni di impiego delle cellule Car-T”, sottolinea Cavo.

Il Sant’Orsola è anche uno dei due centri italiani coinvolti nello studio su una nuova terapia Car-T per il trattamento dei linfomi Hodgkin, aggiunge da parte sua Pier Luigi Zinzani, ematologo docente universitario responsabile del gruppo linfomi del Seragnoli. Dovrebbe poi arrivare il via libera anche per utilizzare questa terapia su altre tipologie tumorali, come il linfoma mantellare e il linfoma follicolare.

Dal punto di vista tecnico, nella terapia con cellule ingegnerizzate, si prelevano linfociti T, elementi essenziali del sistema immunitario, che vengono modificati con l’ingegneria genetica, in modo da poter esprimere una proteina particolare che sarà in grado, una volta reintrodotte nell’organismo, di riconoscere l’antigene delle cellule tumorali e attivare il sistema immunitario per eliminarle.

L’anno scorso ci sono stati problemi per il Covid, come in tutti i centri nazionali. Però l’anno prossimo dovrebbe crescere il numero dei pazienti trattati, considerando che ci saranno altre indicazioni. A livello internazionale, e anche in Italia, si stanno infatti studiando cellule Car-T di seconda e terza generazione. Inoltre, sono in corso sperimentazioni sull’utilizzo anticipato di questa terapia, anche all’esordio del tumore.

Ad oggi la terapia viene concessa ai malati che hanno tentato inutilmente le cure convenzionali. Questo il caso di Elenora, 35 anni, che ha raccontato la sua esperienza. Quattro anni fa ha scoperto all’improvviso di avere un linfoma mediastinico, che aveva colpito il cuore. Si è sottoposta a 16 cicli di chemioterapia e alla radioterapia. Dopodiché è stata selezionata per la terapia anticancro con cellule ingegnerizzate e nel giro di un mese la malattia è sparita. A tutt’oggi la paziente, di Parma, è negativa e sta bene.