La balbuzie si può vincere. Questo il messaggio positivo. Le incertezze del linguaggio possono essere superate brillantemente con l’aiuto dello specialista. Diversamente si lasciano i ragazzi a scuola in balia di episodi di bullismo. La persona balbuziente è più esposta, oltre la metà dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito almeno un episodio offensivo, non rispettoso o violento da parte di altri ragazzi nel corso dell’ultimo anno. Nel 6% dei casi la derisione è causata dal modo di parlare, tanto che i bambini con disturbi specifici del linguaggio sono tre volte più a rischio di bullismo.

«La balbuzie con l’evidente fatica nel parlare, a volte associata anche a spasmi o movimenti involontari – dice Valentina Letorio, neuropsicologa specialista nel trattamento rieducativo della balbuzie  – attira l’attenzione degli altri e può far diventare il ragazzo che balbetta un facile bersaglio di scherno e derisioni. Questa situazione può portare al ritiro e all’isolamento sociale per limitare le occasioni di confronto e di disagio, facendo così etichettare chi balbetta come un elemento debole. Inoltre, lo squilibrio tra bullo e vittima porta a escludersi o, in alcuni casi, a essere emarginati dagli altri. L’isolamento induce ansia, paura delle valutazioni negative e minore soddisfazione della vita nell’età adulta».

«Per aiutare questi ragazzi a coltivare l’autostima – afferma Giovanni Muscarà, ex balbuziente e fondatore di Vivavoce Institute –  è molto importante agire anche sul contesto sociale. Per questo abbiamo lanciato con l’associazione Pepita Onlus una campagna di sensibilizzazione #liberalavoce proprio per aiutare genitori, insegnanti, educatori e ragazzi a comprendere che la balbuzie va vista come una fatica. Capire cosa è la balbuzie e come si manifesta è il primo passo per sostenere e far fermare gli episodi di derisione».

Gabriella Pozzobon,  Presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza sostiene l’importanza di promuovere un intervento integrato tempestivo efficace nei confronti degli studenti in difficoltà. Le esperienze traumatiche nell’infanzia e nell’adolescenza attivano i sistemi ormonali e neurochimici dello stress con possibili danni biologici, interferenze con la risposta del sistema immunitario, aumento del rischio di sviluppare patologie.

Metodi riabilitativi e teorie per mantenere un modo naturale di parlare ce ne sono, è bene saper scegliere. Per ottenere una rieducazione profonda occorre riprendere il controllo della propria motricità e tale capacità, una volta acquisita, viene consolidata nei contesti quotidiani, anche sotto stress.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

Salute