In Italia si registrano 60mila casi di intossicazioni acute in un anno, poco meno di ventimila sono gli inconvenienti che riguardano bambini e adolescenti. Queste le dimensioni del fenomeno illustrare in occasione del congresso della Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica (Simeup) in Umbria. Le intossicazioni acute in età pediatrica rappresentano oltre il 40 per cento dei casi segnalati ai centri anti veleno. Sul banco degli imputati farmaci, prodotti per l’igiene domestica, pesticidi, prodotti industriali o alimentari. Nausea, vomito, tachicardia, cefalea e, nei casi più gravi, perdita di coscienza e convulsioni. Questi i principali sintomi delle intossicazioni acute che possono manifestarsi immediatamente dopo l’ingestione, l’inalazione, oppure presentarsi anche dopo 12-48 ore. Nell’88 per cento dei casi l’ambito domestico è il luogo principale in cui avviene l’intossicazione. “Davanti a un sospetto di avvelenamento è indispensabile individuare la tipologia della sostanza tossica ingerita e consultare immediatamente il pediatra o recarsi tempestivamente in un Pronto Soccorso”, spiega Susanna Esposito, coordinatore scientifico del Congresso Simeup di Perugia.

Nel lattante e nella prima infanzia la causa principale di intossicazione acuta è da attribuirsi alla somministrazione di farmaci con modalità che provocano sovradosaggio o interazione indesiderata tra principi attivi. “Le intossicazioni acute in età pediatrica si registrano soprattutto in fasce orarie in cui i genitori sono impegnati nella preparazione dei pasti, spiega Franca Davanzo, direttore Centro antiveleni Dipartimento emergenza urgenza – Ospedale Niguarda di Milano – e conseguentemente meno attenti alla sorveglianza dei bambini. Nella maggior parte dei casi, gli avvelenamenti accidentali potrebbero essere evitati seguendo delle precise regole: conservare i prodotti potenzialmente tossici, anche farmaci, fuori dalla portata dei bambini; non travasare questi prodotti in recipiente ad uso alimentare; non mixare prodotti diversi per l’igiene domestica, ad esempio acidi con candeggina; non somministrare farmaci senza prescrizione medica e attenersi scrupolosamente al foglietto illustrativo; conservare i farmaci nella loro confezione originale e non lasciarli incustoditi; non ingerire bacche o parti di piante; non raccogliere funghi se non si è particolarmente esperti e tanto meno ingerirli; verificare il corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento per contrastare il rischio di intossicazione da monossido di carbonio.

Alessandro Malpelo

QN Salute Benessere