Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), è stato invitato a Mirandola, capitale del distretto biomedicale italiano nel cuore dell’Emilia, per una iniziativa culturale promossa congiuntamente da Lions, Rotary e Kiwanis Club. Reumatologo e farmacologo clinico, docente universitario, medico di medicina generale, Anelli ha parlato del ruolo del medico nella ricorrenza dei 40 anni del Servizio sanitario nazionale. Ecco alcuni tratti del suo pensiero.

Nella nostra Costituzione, la salute assume il rango di una prerogativa irrinunciabile della persona di cui il cittadino non può essere privato, ossia un diritto inviolabile. La Legge 833 che istituisce il Servizio sanitario nazionale ribadisce all’articolo 1 l’impegno dello Stato ad assicurare l’uguaglianza dei cittadini dal punto di visto dell’accesso alle cure. Purtroppo, a distanza di quarant’anni, le diseguaglianze in sanità ci sono ancora.

Gli indicatori di salute forniscono una fotografia drammatica della condizioni nel Sud del Paese, dove l’aspettativa di vita è inferiore di 3 punti rispetto al Nord. Una differenza che si riscontra anche all’interno delle stesse città, tra centro e periferia, accentuata dal livello di istruzione. I laureati hanno una aspettativa di vita migliore rispetto a chi ha un titolo di studio inferiore. Il livello di malattie croniche, poi, cresce in maniera diretta con il livello di povertà. Serve allora una inversione di tendenza.

L’autonomia locale deve diventare autonomia solidale e porsi obiettivi considerando il contenimento della spesa sanitaria come vincolo e non come fine. Altro fronte di preoccupazione è quello legato alla carenza di medici. Si dia allora la possibilità a tutti i laureati di accedere alle borse di specializzazione e medicina generale e di completare il percorso formativo, colmando così le attuali carenze. Sul fronte della sostenibilità, il definanziamento del sistema sanitario ha avuto pesanti ricadute anche sulla professione, forzando l’introduzione di obiettivi economici nella pratica clinica che hanno condizionato in maniera rilevante l’agire.

Filippo Anelli è venuto in Emilia Romagna proprio mentre infuria lo scontro tra l’Ordine dei Medici di Bologna e l’assessore alla Sanità della Regione, che è medico specialista, sottoposto a procedimento dall’organo di autogoverno provinciale della categoria per una delibera che, scrive l’Ansa, consentiva la presenza a bordo delle ambulanze dei soli infermieri specializzati. Un braccio di ferro di natura deontologica che si inserisce in uno scenario politico.

Tornando alla relazione del presidente Anelli a Mirandola, oggi tutti, con una ricerca su Internet, possono trovare spiegazioni (o pseudo-spiegazioni) di ogni tipo, notizie false e incontrollate (le cosiddette fake news) che creano problemi enormi da scongiurare affidandosi al consiglio del medico. Per questo i medici non possono essere trasformati in tecnici della salute e considerati come un mero fattore produttivo, ma devono continuare a essere riconosciuti come professionisti del sapere.

In una Sanità intesa come impresa in cui l’erogazione di servizi e prestazioni viene equiparata alla produzione delle merci, si annida anche la crisi del rapporto fiduciario medico-paziente, con le sue conseguenze più preoccupanti, come il dilagare di fenomeni di violenza e il diffondersi di un’informazione sanitaria inattendibile. Quel patto di fiducia tra medici e cittadini deve essere ricostruito.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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