L’Italia ha tutte le carte in regola per mantenere un ruolo trainante nella farmaceutica europea. Lo ha affermato Lucia Aleotti, vicepresidente Farmindustria, sottolineando che questo comparto rappresenta un asset fondamentale della nostra economia, con una prevalenza nei numeri dell’occupazione femminile che si attesta su livelli prossimi al 50%, con un ricambio generazionale estremamente significativo e qualificato.

 

Catena produttiva

L’anno scorso – ha aggiunto la dottoressa in occasione di un evento Menarini, a Firenze – il Made in Italy nella farmaceutica ha superato, come valore, i 40 miliardi di euro, con una quota di export del 90%. In un quadro di crisi internazionale è importante che un elemento vitale come l’industria del farmaco sia ben dentro i confini nazionali. Del resto, gli Usa e la Cina stanno localizzando sempre più al loro interno l’intera catena della produzione farmaceutica, riaffermando così un principio di sovranità nazionale.

 

L’Europa deve ancora mettere a fuoco le ripercussioni della dipendenza (principalmente da India e Cina, ndr) nell’approvvigionamento dei principi attivi. Ecco perché – ha concluso Lucia Aleotti – è un dovere da parte degli imprenditori far presente in maniera chiara la situazione, dato il momento delicato, in cui si avvertono forti tensioni anche nell’area del Pacifico.

 

Trend

A quattro anni dall’ultimo incontro con la stampa, l’evento organizzato di recente a Firenze, dopo aver inquadrato il ruolo geopolitico del settore farmaceutico, ha passato in rassegna i fondamentali di Menarini, dati di crescita dell’azienda, investimenti in ricerca e sviluppo che arrivano a 417 milioni di euro, pari a quasi l’11% del fatturato. Da segnalare in particolare la recente acquisizione di Stemline Therapeutics negli States, che segna un importante passo avanti sotto vari punti di vista.

 

L’ingresso nel mercato americano è uno dei traguardi del processo di internazionalizzazione avviato con lungimiranza, a suo tempo, da Alberto Sergio Aleotti, l’indimenticabile patron (mancato otto anni fa) che con grande determinazione e coraggio imprenditoriale è riuscito a trasformare Menarini in una multinazionale. Nel 2022 il Gruppo industriale fiorentino  (ceo Elcin Barker Ergun, presidente Eric Cornut) ha registrato un fatturato pari a 4,154 miliardi di euro, con una crescita del 6% rispetto all’anno precedente. Un successo ora coronato dalla notizia dell’approvazione, da parte della FDA statunitense, di una molecola efficace nel carcinoma mammario (elacestrant) indicata nel trattamento di un particolare sottotipo di cancro al seno avanzato o metastatico.

 

Oncologia

Elacestrant è una novità che dovremo affrontare con un approfondimento a parte, e che qui sintetizziamo. Perché la terapia con elacestrant per il tumore della mammella, che oggi si rivolge a una nicchia di pazienti positive per il recettore degli estrogeni (ER+) e negative per il recettore HER2, con mutazioni di ESR1, già sottoposte senza esito favorevole a un ciclo di cure ormonali, potrebbe presto rivelarsi un blockbuster, una soluzione affidabile per un numero crescente di applicazioni.