Nessun nesso concreto è emerso tra somministrazione di vaccini e autismo, manca la ragionevole probabilità scientifica di un collegamento tra le due cose. La Cassazione ha ribadito in questi termini l’insussistenza di una correlazione tra vaccinazioni e sindrome dello spettro autistico, e respinge la richiesta di indennizzo chiesta dai legali di un genitore che sostenevano che il figlio si fosse ammalato a seguito della vaccinazione obbligatoria contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite e haemophilus influenzae b, e contro l’epatite b, avvenute nel 2001. La Corte ha confermato quanto già era stato stabilito da tribunale e Corte d’Appello di Napoli sulla base di due diverse perizie.

Autismo è sinonimo di chiusura, perdita di contatto con l’ambiente e le persone intorno, incapacità di dialogo anche con i propri cari, fragilità emotiva, comportamenti impulsivi o ripetitivi. Esattamente un anno fa, in pieno dibattito politico sul decreto inerente l’obbligo vaccinale, i giudici del Palazzaccio avevano emesso un responso nello stesso senso del caso campano, assolvendo la pratica della vaccinazione.

Le forme infantili di autismo, accompagnate da ritardo mentale e problemi di linguaggio, sono difficili da individuare nei primissimi mesi di vita, ma uno screening sarebbe utile. Il rischio per un neonato di ammalarsi di autismo è legato anche a una complicanza della gestazione, la preclampsia o pressione alta in gravidanza. Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Jama Psychiatry. Un altro studio apparso su JAMA, giornale dell’American medical association, mette in relazione autismo e diabete materno, anche quello insulino-dipendente. Insomma, nell’insorgenza delle forme cliniche di autismo entrano in gioco più fattori diversi.

Un passo avanti, nella prospettiva di anticipare l’epoca delle diagnosi di autismo, è stato fatto con l’accordo firmato tra la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), finalizzato alla definizione di un protocollo di valutazione del neurosviluppo all’interno dei bilanci di salute per i bambini da zero a 3 anni.

Maria Luisa Scattoni, responsabile del Network Italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico, ha spiegato in questo senso che l’ISS coordina le attività di ricerca mirate all’identificazione precoce di atipicità evolutive in popolazioni a rischio di Disturbi dello Spettro Autistico ed è impegnato in progetti di formazione focalizzati sul ruolo dei pediatri, dei clinici e degli operatori degli asili nido nel riconoscimento precoce e nella promozione del monitoraggio del neurosviluppo.

Nell’ambito del decreto interministeriale del 30 Dicembre 2016, l’ISS è stato inoltre chiamato ad istituire una rete di coordinamento tra pediatri di libera scelta, personale che lavora negli asili nido e unità di neuropsichiatria infantile e implementare un database per la raccolta di dati clinici, neurobiologici e di esposizione ambientale delle persone con disturbo dello spettro autistico.