Un nuovo trattamento può migliorare la qualità di vita e riduce il grado di invalidità nell’artrite psoriasica. È uno tra i risultati più significativi emersi dagli studi SPIRIT-P1 e SPIRIT-P2 sull’anticorpo monoclonale di ultima generazione Ixekizumab. «Questo farmaco – ha dichiarato Ennio Lubrano, professore associato di reumatologia all’Università del Molise – è l’ultimo a ottenere indicazione al trattamento dell’artrite psoriasica attiva, caratterizzata da una doppia manifestazione che interessa sia la cute con lesioni psoriasiche, sia le articolazioni afflitte da dolore e rigidità». Approvato in Europa sia per la psoriasi, sia per l’artrite psoriasica, ixekizumab è efficace, almeno fino a tre anni, sui sintomi che colpiscono circa il 30% di chi già soffre di psoriasi: parliamo di circa 300 mila persone. C’è un sensibile recupero delle funzioni, ripristino della conduzione di una vita normale, particolarmente apprezzato dai pazienti giovani, i più colpiti, nel pieno dell’attività professionale e privata.