“Le aggressioni al personale sanitario sono spia di un fenomeno sociale allarmante”. Così il ministro della salute, Giulia Grillo. Un sondaggio Anaao Assomed ha appurato che il 66% dei camici bianchi, quasi 7 su 10, riferisce di aver subito un’aggressione da parte dei pazienti.

Su queste premesse anche il CemecCentro Europeo per la Medicina delle Catastrofi, organismo tecnico educativo con sede nella Repubblica di San Marino, si sta occupando di aggressioni e violenze che si registrano nel mondo della sanità nei Paesi più industrializzati, tra cui anche l’Italia. Lo farà attraverso un percorso formativo nel rispetto delle indicazioni deliberate in materia dall’Agenas.

“Il programma, del quale sono stati informati il Ministero, le Regioni e la FNOMCeO, si articola in tre aree”, annuncia Domenico Della Porta, artefice del corso. “Affronteremo in particolare l’area safety, l’area security e l’area comunicazione – psicologia, senza tralasciare la corretta applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza del lavoro”.

In scaletta l’analisi della minaccia, il metodo del problem solving, il protocollo Run-Hide-Tell, la comunicazione operatore sanitario verso paziente o utente aggressivo, le tecniche di de-escalation e la minimizzazione delle conseguenze degli episodi di violenza. Sarà anche eseguita una ricognizione sul rispetto dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi propri delle strutture sanitarie, ritenendo tale condizione indispensabile per prevenire violenze o aggressioni degli operatori sanitari. Dettagli ulteriori sul corso saranno indicati sul sito web del Cemec.