«NO, non è politica. È letteratura. Un feilleuton. Una commedia degli equivoci. O degli orrori». Ride (amaro) un antico colonnello dalemiano.

Oggi andranno in scena le primarie campane e marchigiane del centrosinistra con veleni ed esalazioni pestilenziali. Caratterizzate da numeri d’ogni tipo e condite da scontatissime frasi dei vertici nazionali del Pd. La vicesegretaria Debora Serracchiani: «Le primarie in Campania? Un banco di prova del Pd». Il leader della sinistra dem Gianni Cuperlo: «Non mettiamo la testa sotto la sabbia».
Poi, il dato che davvero rende l’idea di quanto terrore alberghi nei piani alti del Nazareno: in Campania ci sarà un osservatore modello Onu. Si chiama Riccardo Tramontano, vigilerà sulla regolarità del voto ai seggi. Non è finita.
Umberto Ranieri, già ala ‘liberal’ del Pd, se la prende con Massimo D’Alema che aveva osato avanzare qualche dubbio sull’utilità di siffatte primarie: «È il momento degli indignati! Da D’Alema e altri dirigenti del Pd si levano alti i lamenti di chi si dispera e prevede sfracelli. Gli stessi che, nel 2011, tacquero o voltarono la testa dall’altra parte».

Ma, a parte le schermaglie, ciò che conta sono i dati di cronaca. In Campania si va al voto dopo quattro-rinvii-quattro (mai successo) e in 606 seggi. Corrono l’europarlamentare Andrea Cozzolino e il sindaco (decaduto) di Salerno Vincenzo De Luca (entrambi Pd) nonché – ma gioca solo per la maglia – il socialista Marco Di Lello. Clima pesante. Con accuse di ‘inquinamento’ – parola che fra i dem va ora assai di moda – da parte del centrodestra (addirittura c’è chi evoca Nicola Cosentino, già parlamentare Pdl). Senza tener conto che altri due candidati se la sono data a gambe: Gennaro Migliore (ex Rifondazione, ex Sel e poi renziano di ferro), e Nello Di Nardo, uno degli ultimi seguaci dell’ex pm Antonio Di Pietro rimasti in circolazione. Non meno veleno nelle Marche. Con infiltrati avvistati in ogni angolo e con una sfida a tre: Luca Ceriscioli, già sindaco di Pesaro, l’assessore alla cultura Pietro Marcolini (tutt’e due dem) e Ninel Donini dell’Idv. Battaglia soda fra i primi due. In attesa di sapere che cosa farà il governatore uscente Gian Mario Spacca, ex Pd, leader di Marche 2020 e decisamente poco propenso ad allearsi col centrosinistra.