E’ morto il padre. A Roma. Una Roma che “vede il cielo aprirsi all’improvviso e la mattina illuminarsi di sole, come se Roma ci tenesse, a confermare la sua fama”.

Ma non pensi il lettore che siano tutti così struggenti i luoghi dell’ultimo (bel) romanzo di Claudio Coletta. Perché, in realtà, più che ai contenitori, bisogna guardare ai contenuti, alle storie di Alessandro, Silvia, Gabriele. Ognuno di loro ha una vita diversa, più o meno allegra, più o meno cupa. 

Alessandro che si è trasferito a Milano dove (ovvio…) è manager di sicuro successo. Aggressivo, forte, deciso. Almeno all’apparenza.

E poi Silvia, esperta restauratrice, che ama l’arte e la figlia, ma che ha collezionato amori sbagliati. Lei è scappata da Roma per vivere a Firenze.

E Gabriele. Una vita disordinata, la sua. Una vita tra droga e fallimenti lavorativi e sentimentali. Una vita sprecata per l’unico dei figli rimasto accanto al padre (si fa per dire) a Roma.

E, infine, i genitori. La mamma, Eleonora, mai evocata perché scomparsa. Il padre presente nella memoria, eppure al tempo stesso assente. La madre che ha avuto un altro figlio, Eugenio, morto a pochi mesi. Insomma, tutto si gioca su un sentimento di lusso, la memoria. Spesso amarissima. Il passato in contrasto con l’affannato presente, caratterizzato da una dolorosa ricerca della verità. Che si svelerà alla fine del romanzo, spiazzando il lettore. No, forse Alessandro non era quel rampante uomo. No, forse Silvia non era quella dolce ragazza sorridente malgrado tutto. No, forse Gabriele non era quello scapestrato ed eterno adolescente un po’ imbroglione (innanzitutto con se stesso). No, forse il padre ha nascosto troppo.

E quando la verità viene a galla fa terribilmente male.

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Claudio Coletta, In tua assenza, Sellerio