*Perché con le parole si gioca
*Perché il surreale è molto reale
*Perché l’ironia (anzi: l’autoironia) vince sempre
*Perché Lepprince è cinico e calcolatore; ma forse non così cattivo come sembra
*Perché Javier Miranda sembra tonto e sfigato ma forse non è così tonto e così sfigato
*Perché Maria Coral è una zingara affascinante, ma senza esagerare
*Perché Maria Coral ama Javier Miranda e ne è riamato
*Perché la trama è complicata
*Perché la trama è complicatissima
*Perché Barcellona è bellissima
*Perché è davvero letteratura cittadina
*Perché Savolta era uno squalo, anche se non si ammazzano le persone, pure le più schifose
*Perché la Catalogna è avvolgente
*Perché il commissario Vazquez è antipatico forte, ma capisce tutto
*Perché il Potere fa paura
*Perché quegli anarchici sono scemi e commoventi al tempo stesso
*Perché Valladolid è una città triste
*Perché avrei voluto scrivere un romanzo così
*Perché i dialoghi sono sempre realisticamente ironici

ECCO ALCUNE FRASI DELIZIOSE, DA ANTOLOGIA:
*Perché “insieme vuotavamo molte bottiglie di vino, vivificante di notte e vendicativo al risveglio” (pagina 63)
*Perché mi piace lo stile: “I ricordi di quel periodo, per effetto del tempo, si sono uniformati e tramutati in particolari di un unico quadro. Svanita l’impressione che mi produssero allora, smussate le loro asprezze dalla lima di nuove sofferenze, le immagini si intrecciano, felici o luttuose che siano, in un piano unico e privo di rilievo. Come una danza languida vista nel fondo dello specchio di un salotto ottocentesco e provinciale, i ricordi acquistano un’aura di santità che li trasfigura e sfuma” (95)
*”Un freddo secco e un’atmosfera luminosa e serena facevano giungere limpidamente il lontano rintocco delle campane” (ibid.)
*Perché c’è atmosfera: “Nonostante la primavera si fosse impadronita della città e imponesse i suoi colori luminosi e il suo tepore esaltante” (106)
*”Non sono una portinaia pettegola, proseguì il commissario Vàzquez con voce pacata”. “Non metto il naso nelle vostre sporche vite private per sapere se siete cornuti, omosessuali o ruffiani. Sto investigando su tre omicidi, più uno tentato. Perciò chiedo, esigo, la collaborazione di tutti” (123)
“Approfittai di quell’inaspettato promemoria per togliere due fogli arretrati al calendario e per meditare sulla fugacità dei giorni vuoti” (128)
“La mente umana ha un potere strano e temibile. Man mano che ricordo momenti del passato, provo le sensazioni che avevo già provato un tempo, con tanto realismo che il mio corpo riproduce movimenti, stati d’animo e turbamenti di quelle ore. Piango e rido come se i motivi che molti anni fa provocarono quelle risate e quel pianto fossero di nuovo presenti con la stessa intensità. E invece non c’è nulla di meno vero, perché sono tristemente cosciente che quasi tutti coloro che un tempo mi fecero soffrire e godere sono ormai lontanissimi nel tempo e nella distanza” (131)
“La noia corrodeva come una ruggine le mie ore di lavoro e d’ozio, la vita mi sfuggiva dalle mani come da una grondaia sporca” (155)
“Maria Rosa Savolta appoggiò la fronte contro il vetro e, dimenticando la festa e i laboriosi preparativi, si abbandonò alla contemplazione, calmata dalla carezza maschia e possessiva del sole. Non si era mai sentita così, neppure negli anni felici del collegio. Sospirò. Non aveva tempo da perdere. Diresse i suoi passi verso il bagno, dove l’acqua scorreva. La stanza era piena di vapore e profumo di sali” (161)
“Nemesio Cabra Gòmez si avvicinò al tavolo. La luce della lampada illuminò il cranio rasato e le orecchie assunsero una trasparenza violacea. I cospiratori concentrarono su di lui i loro sguardi minacciosi. Lo strumento a orologeria emise un sibilo e smise di segnare il tempo. In strada un campanile batté cinque rintocchi” (166)
“Era un’imprudenza rimanere lì, seduto sul bordo di una vasca da bagno, fuggendo da nulla in nessuna direzione” (248)

E POI CI SONO ALTRI MOTIVI PER LEGGERE QUESTO ROMANZO:
*Perché Lepprince costringe Javier a sposare Maria. E Javier capisce il perché solo alla fine
*Perché alla fine Mendoza ci fa il riassunto dell’intrigo e ci spiega i fatti accaduti e perché sono accaduti
*Perché Javier è scialbo, ma solo all’apparenza
*Perché è un romanzo difficile e facile al tempo stesso

DIMENTICAVO

Il romanzo s’intitola La verità sul caso Savolta. E’ di Feltrinelli, ma secondo me lo trovate solo usato. L’autore si chiama Eduardo Mendoza, il quale, insieme a Vazquez Montalban e Zafon, è lo scrittore catalano più venduto. La trama ve la racconto appena, tanto conta poco. Siamo a Barcellona, nel 1917. La città è in subbuglio. Gli anarchici protestano in ogni angolo della Spagna, paese che non partecipa alla Prima guerra mondiale. Viene ucciso Savolta, uomo di affari leciti e illeciti. Non si sa da chi. Meglio: lo scoprirà il tenace commissario Vazquez, uno tosto e per niente simpatico. Il protagonista e io narrante si chiama Javier Miranda. Un tipo che pare scialbo, ma così non è. C’è poi la figura dell’inquietante francese Lepprince. Freddo. Calcolatore. Sposerà la figlia di Savolta e si mostrerà, a modo suo, affettuoso con Miranda. Ci sono poi una serie (spassosa) di attori non protagonisti che vale la pena seguire nelle loro avventure. E poi c’è una magnifica Barcellona. Una città fenomenale. Come fenomenale sembra la zingara Maria. Sembra, però non lo è. Poi si scoprirà, dopo una complicatissima serie di eventi, chi ha ucciso Savolta. Non ve lo dico perché sono corretto.