A testa alta. Proprio così: si può perdere anche male, come ha fatto l’Italia al preolimpico di baseball – due vittorie e tre sconfitte e il conseguente quinto posto non erano l’obiettivo di inizio torneo -, ma si può uscire a testa alta, anzi, altissima, come ha fatto il manager degli azzurri, Gibo Gerali.

Si può discutere Gerali – e lo abbiamo fatto nel precedente blog, analizzando i ko, ma anche alcune vittorie dell’Italia – nella gestione del monte di lancio in alcuni frangenti e in alcune decisioni assunte. Non lo si può fare, invece, come persona e come uomo capace di assumersi le proprie responsabilità.

Conscio che l’Italia era partita con ben altre ambizioni e con il sogno di riportare gli azzurri ai Giochi di Tokyo, tra un anno, Gerali ha fatto quello che, nel nostro paese, ormai non fa più nessuno.

Non solo si è assunto le responsabilità del risultato e dell’insuccesso di fronte a tutti, ma ha pure fatto un passo indietro, rassegnando le proprie dimissioni nelle mani del presidente Marcon.

Gesto nobile, nobilissimo che accresce, una volta di più (ammesso che fosse stato necessario), la credibilità del tecnico.

Esce a testa alta, Gerali e deve uscire, crediamo, tra gli applausi di tutti gli appassionati di questo sport.

Ora il tutto passa nelle mani del presidente Marcon. Bisogna fare tutto, bisogna fare presto: pensando alla Nazionale, ma pure alla formula e alle regole del campionato di A1 di baseball. Che resta la vetrina migliore del batti e corri di casa nostra.

E in mezzo all’esigenza di fare tutto e subito non possiamo che ribadire un concetto espresso già ieri, quando ancora Gerali non aveva rassegnato il suo mandato. Pieni poteri, in azzurro, per le prossime stagioni, a Marco Nanni, che ha già dimostrato di essere un tecnico vincente, capace e, soprattutto, di restare sempre al passo con i tempi.

Marco Nanni? Per noi la scelta migliore come manager azzurro.