Fisico imponente, occhio “indagatore”, da professore che intenda studiare a fondo il proprio allievo. Ma per capirlo. Il primo approccio con Pier Paolo Cheli, il professore, è stato così.
Pier Paolo se n’è andato a 83 anni, dopo due mesi di sofferenza. Si era sentito male a fine luglio, a Lizzano in Belvedere, dove si era trasferito da tempo con la moglie Luisa, ed era stato subito ricoverato a Porretta. I medici non avevano dato molte speranze alla moglie, Piero non ne avrebbe avuto per molto. Piero, così come lo chiamavano tutti, invece, ancora una volta ha voluto stupirci, sorprenderci con la sua forza d’animo, la sua voglia di lottare.
Per chi ha fede, forse, l’idea è che Piero fosse combattuto: da un lato la voglia di rivedere il figlio “Ninni”, scomparso nel 1985, dall’altro il desiderio di stare vicino alla sua Luisa, moglie e compagna di una vita. Piero era nato a Imola il 10 febbraio 1936, aveva studiato ed era diventato professore, prima a Porretta, poi al Serpieri, l’istituto superiore di Agraria. Professore di chimica, materia ostica, che Piero maneggiava con passione ed entusiasmo. Non pochi i ragazzi che, studenti di agraria, decidevano poi di portare quella materia alla maturità. Perché l’aspetto di Piero, tanto imponente quanto paterno, forniva, in questo senso, ampie rassicurazioni.
Papà affettuoso di Riccardo, detto Ninni, Piero e Luisa avevano conosciuto le difficoltà legate alla disabilità, all’handicap. Anziché chiudersi, però, Piero e Luisa, Luisa e Piero, avevano deciso di aprirsi al mondo, rimboccarsi le maniche e inseguire un sogno. Nel nome di Ninni, certo, ma anche di tanti ragazzi che, impropriamente, vengono definiti “meno fortunati”.
Alle parole, Piero, che pure come professore era dotato di ottimo eloquio, preferiva i fatti. Così aveva preso vita la Fa.Ce. l’associazione famiglie cerebrolesi. Sempre al fianco di chi è meno fortunato. E per contribuire alla Fa.Ce. Piero e Luisa si erano armati di sana pazienza, bussando alle porte di tanti. In particolare al mondo sportivo. Magliette celebrative, lotterie, hamburger e patatine fritte da McDonald’s: tutto per raccogliere fondi per la Fa.Ce. Per aiutare i meno fortunati, con il contributo e gli assist di Bologna Fc, Virtus e Fortitudo. Tante battaglie, sempre a testa alta, sempre con quell’aspetto austero e imponente che “impediva” quasi all’interlocutore di dire no.
Ma al di là della risposta, che poteva essere positiva o negativa (più la prima della seconda, per fortuna), la barba garibaldina e battagliera di Piero lasciava sempre spazio al sorriso.
Questo era il Piero che ho conosciuto. Che potremo salutare lunedì, alle 11,30, a Lizzano in Belvedere. Per poi magari accompagnarlo al cimitero di Prunaro, alle porte di Budrio, dove riposa Ninni, che vuole riabbracciare il suo papà. Ma adesso, forse, è il momento di abbracciare e consolare mamma Luisa.