La festa del cinema, ovvero il prezzo ridotto del biglietto di ingresso a solo 3 euro, ha portato a un incremento del 40 per cento degli spettatori. Domenica pomeriggio un milione e duecentomila italiani ha scelto di spostarsi da casa per vedere un film. Molti di loro non lo facevano da tempo, ma evidentemente non hanno dimenticato quanto sia diverso andarsene in una sala cinematografica piuttosto che rimanersene chiusi in salotto davanti alla televisione. Anche se le abitudini domestiche rischiano di prendere il sopravvento e sempre più spesso il religioso silenzio che dovrebbe regnare nelle platee è interrotto da bisbiglii fra spettatori che si comportano un po’ come se fossero fra le mura domestiche. E’ comunque un bel segnale, che dimostra come ci sia ancora sete di cultura tra la gente. Ma tutto questo dimostra anche come un numero crescente di italiani rinunci a certi piaceri perché, detto con estrema semplicità, ha i soldi contati. E allora anche andare al cinema diventa un lusso, una scelta sulla quale riflettere. Come lo sono diventate molte altre cose, a partire dall’abbigliamento per arrivare ad alcuni prodotti alimentari che non consumiamo più perché costano troppo. Eppure c’è da rimanere stupiti quando in certe vetrine si continuano a vedere prezzi alle stelle, esagerati, insopportabili per uno stipendio medio. Viene spontaneo domandarsi chi se li possa permettere certi lussi. Ci sarà qualcuno perché, a quanto pare, le grandi firme, i marchi riconosciuti sembrano reggere la crisi. In realtà, la subiscono anche i colossi, ma mentre chi ha le spalle larghe può permettersi di tagliare, i piccoli devono rassegnarsi e chiudere i battenti. La festa del cinema e il record di affluenza insegna qualcosa: i grandi numeri e il taglio dei prezzi ci possono aiutare, possono salvare la nostra economia. Dobbiamo cercare in tutti i modi di offrire ai consumatori qualità, ma anche prezzi contenuti. Sono calate vistosamente le quotazioni delle case (perché nessuno compra…), perché non possono scendere in modo altrettanto sensibile i prezzi di altri generi di consumo? Probabilmente dobbiamo tutti cercare di essere ragionevoli, forse guadagnare un po’ meno, ma deve prevalere la consapevolezza che questa è l’unica via per tornare a crescere. Se continuerà a trionfare la mentalità ottusa di chi non vuole rendersi conto che certi tempi sono finiti, la bancarotta è dietro l’angolo.