L’equiparazione al matrimonio delle unioni civili omosessuali suscita riserve e contrarietà anche in larghi settori del mondo laico. In Francia la proposta di legge prevede anche l’adozione di bambini e la conseguente abolizione dei ruoli di madre e di padre sostituendoli con etichette indefinite di genitore A e genitore B. Nel frattempo si è formato un robusto fronte di opposizione del quale fa parte anche la filosofa Sylviane Agacinsky, moglie dell’ex premier socialista Lionel Jospin, la quale ricorda che senza un’identità chiara del padre e della madre, il bambino è fortemente a rischio di identità sessuale, per l’assenza di modelli identificatori che si esprime anche nel nome. Ma che bisogno c’è di mettere in mezzo i bambini e i loro diritti per salvaguardare la propria posizione ideologica?
Billy Sarti, da ilgiorno.it

 

PARTIREI dalle ultime righe della sua lettera e in particolare da alcune considerazione a proposito dei diritti dei bambini. Ognuno di noi è passato attraverso la cosiddetta età dell’innocenza e ne è uscito più o meno indenne. A far la differenza nelle nostre storie di uomini è l’amore che ci è stato donato proprio in questi delicatissimi primi anni.

Se la vita fosse una questione di numeri, se un uomo e una donna fossero la condizione indispensabile e imprescindibile per rendere un cucciolo d’uomo felice, solo un’esigua minoranza potrebbe essere tale. Forse è proprio quanto accade, ma sono anche convinto che sia sempre meglio un bambino amato, di un altro solo o nelle mani sbagliate.
[email protected]