DOPO il Papa, Obama, Lapo, Barbara D’Urso, Paolo Fox e milioni di anonimi utenti in cerca di 140 battute di gloria, anche il premier ha cinguettato. Un timido tweet che ha finito per far solo danni all’immagine del presidente del consiglio più austero dal dopoguerra ad oggi. D’altronde è noto che le scivolate del professore non sono frequenti,ma clamorose. In un anno di governo i ministri tecnici ne hanno inanellate una serie indimenticabile, dalla noia causata dal posto fisso ai giovani schizzinosi della Fornero. La risposta a tali affermazioni arriva dai 12 tweet diffusi da un sit (www.datagiovani.it). In breve si segnala che 80 mila giovani in meno hanno trovato lavoro e solo uno su quattro è assunto a tempo indeterminato. Inoltre il 62 per cento dei neoassunti si trova a essere precario, s’accorcia la durata dei contratti, molti tra i ragazzi«choosy» si fanno carico dei turni più disagiati e, infine, il titolo di studio per uno su tre è sovradimensionato rispetto al lavoro trovato. Un quadro non proprio confortante. I 12 tweet devono essere sfuggiti al profche forse, conoscendone il contenuto, non avrebb twittato innocentemente: «Basta lamentarsi».

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