E’ STIZZITO il consigliere regionale Nicole Minetti: «Ma che volete, rivolete i 16 euro per il libro?». Ci mancherebbe, un libro è cibo per la mente e se si intitola «Mignottocrazia» che c’entra? È pur sempre un corposo aggiornamento professionale. Quindi bene ha fatto a chiedere il rimborso. Eppoi, siamo alle solite, non bisogna mica avercela con l’ex igienista dentale. Lei almeno investe nel pamphlet di Paolo Guzzanti, mentre a spulciare l’elenco dei beni acquistati a spese dei contribuenti dai suoi colleghi c’è da rabbrividire. Non tanto per le cene a base di tartufo (180 euro solo di quello su un conto da 64 complessivi) che almeno denotano una passione da raffinati cultori della buona tavola,ma anche umili lecca lecca, coni gelato da un euro e mezzo, banali merendine e altri scontrini piccoli piccoli. Piccoli come gli uomini che affollano il Pirellone. Tanti, troppi, perché ai 15 già inquisiti, se ne aggiungono ora altri 22. Beninteso, dimostreranno non solo che così fan tutti, ma che è la legge a prevederlo: le spese devono «assicurare l’espletamento del mandato consiliare». Chiediamoci cosa sarebbe accaduto senza quel lecca lecca o quel gelato… E soprattutto, quando andremo al voto, non illudiamoci che l’abbiano capita.

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