Domenica 6 Ottobre 2024

Riciclo: le venticinque vite della carta e del cartone

Materiali / Un esperimento ha evidenziato l’assenza di effetti negativi

Carta 100% biodegradabile e riciclabile

Carta 100% biodegradabile e riciclabile

La carta e il cartone conservano intatte le proprie caratteristiche per ben 25 processi di riciclo, e non 7 come comunemente si crede. A rendere noto questo dato è una ricerca firmata da Rene Eckhart, Senior Scientist presso la Graz University of Technology, in Austria. Dopo aver effettuato ciascun ciclo di riciclo, i ricercatori hanno testato la resistenza e la durevolezza del cartone, riscontrando l’assenza di effetti negativi sulle caratteristiche meccaniche del packaging e sulla capacità di rigonfiamento della fibra. In Italia, dopo lo svuotamento dei cassonetti della carta, entrano in funzione altre società dedicate al processo di riciclo. Nella prima fase viene tolta la parte estranea del rifiuto, poi le balle vengono frullate in appositi macchinari. Si ottengono quindi pezzi di carta che vengono ulteriormente sminuzzati e spinti in 4 differenti filtri in successione. Ottenuta una soluzione liquida contenente solo l’1% di carta, si passa allo scolamento, alla pressatura e all’asciugatura, per ottenere un tasso di umidità pari al 3%. Alla fine si ottiene un rotolo molto grande del peso di più di 20 tonnellate, largo 4 metri e lungo oltre 40 chilometri quando viene srotolato, pronto per essere di nuovo utilizzato. Dati I materiali più riciclati in Europa Entro il 2030 obiettivo 90% In Europa la carta e il cartone sono i materiali maggiormente riciclati. Il tasso di riciclo del packaging risulta infatti pari all’84,2% del totale. L’obiettivo, entro la fine del decennio, è quello di toccare quota 90%. Naturalmente, è essenziale eseguire correttamente i passaggi relativi alla produzione, alla raccolta e allo smistamento da parte delle aziende. Per esempio, il packaging degli alimenti umidi o grassi deve essere costituito da fibre vegetali, le confezioni “lussuose” devono contenere solamente fibre vergini. Raccolta tessili, flessione del 9% rispetto al 2019 EPR / Presentato un documento sull’Extended Producer Responsibility Il Rapporto Rifiuti Urbani 2021 dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale evidenzia che in Italia, nel 2021, sono state raccolte in totale 143,3 kt di frazione tessile, pari al meno 9% rispetto al 2019. Una strategia sul tessile diventa, quindi, necessaria. Ad affermarlo è Unirau, l’associazione delle aziende e delle cooperative che da tempo svolgono le attività di raccolta e valorizzazione della frazione tessile dei rifiuti urbani. Il documento di posizione inviato al Ministero della Transizione Ecologica si focalizza sull’implementazione di un sistema Epr per il settore in Italia, acronimo di Extended Producer Responsibility, una politica ambientale in cui il produttore di un bene è responsabile anche per la fase del prodotto post- consumo, fino a quando diventa rifiuto (naturalmente, sono state chiamate in causa anche le società che si occupano di vendita online). Dovranno fare la propria parte, inoltre, gli intermediari, i commercianti e i distributori, senza riversare eventuali deficit di gestione sulle fasi della raccolta e del trattamento. Secondo Unirau l’Epr deve supportare e non sostituirsi al sistema di raccolta e selezione dei tessili, in quanto tali fasi riescono ad auto sostenersi grazie al ricorso al mercato.