Giovedì 25 Aprile 2024

Pedofilia: linea dura, il Papa non si ferma. Ora tremano due sudamericani

Sono entrambi vescovi accusati di abusi. Uno già condannato

Papa Francesco (Olycom)

Papa Francesco (Olycom)

Città del Vaticano, 25 settembre 2014 - Papa Francesco l’aveva detto ai giornalisti sul volo di ritorno da Gerusalemme: «Sulla pedofilia non ci saranno figli di papà». E lo stesso aveva assicurato Bergoglio, determinato a portare avanti la linea della tolleranza zero avviata da Benedetto XVI, al presidente della Repubblica Dominicana Danilo Sanchez, venuto il 13 giugno scorso in Vaticano per discutere faccia a faccia con il Pontefice dell’affaire Wesolowski. Ufficialmente, sui 23 minuti di colloquio, il bollettino vaticano parlava solo di «questioni di interesse nazionale» e legate ai temi dell’immigrazione. Ma l’udienza preparata d’urgenza era motivata proprio dalla necessità di affrontare direttamente e riservatamente con il Pontefice un caso giudiziario che a Santo Domingo era già divenuto scottante. Il presidente centroamericano aveva spiegato a Bergoglio che i magistrati, in possesso di prove forti, erano intenzionati ad andare avanti con tutti gli strumenti disponibili perché giustizia venisse fatta.

Francesco garantito che da parte sua non ci sarebbero stati sconti. Così il 23 giugno, in seguito alla condanna canonica in primo grado che lo ha spretato, è caduta l’immunità diplomatica. Quindi la svolta pochi giorni fa, con l’autorizzazione al pm vaticano a procedere con la disposizione degli arresti domiciliari, scattati l’altro ieri. Qualcuno dice che Wesolowski avesse pronta una via di fuga in Svizzera. Di certo, da settimane aveva fatto perdere le sue tracce dalla Casa del clero di via della Scrofa dove risiedeva. Ora sarà il processo penale a stabilire se è colpevole. Ma la direzione di marcia impressa da Francesco è forte, una specie di terremoto per la Chiesa. Lo sintetizza bene uno dei presuli italiani a lui più vicini, l’arcivescovo molisano Bregantini: l’arresto di Wesolowski è un atto «dolorosissimo» ma «esemplare».

II Pugno duro di Francesco è destinato ad andare avanti. Sull’aereo il Papa parlò di tre vescovi sotto inchiesta per pedofilia. Oltre a Wesolowski, gli altri due casi sono in Sudamerica. Uno riguarda un vescovo cileno, Marco Antonio Ordenes Fernandez, e non è ancora concluso. Il terzo è invece quello dell’ex vescovo ausiliare di una diocesi peruviana, Gabino Miranda Melgarejo, culminato nel settembre scorso con la riduzione allo stato laicale su disposizione di Francesco. «La sanzione più severa che la Santa sede può infliggere a un sacerdote», aveva detto il presidente dei vescovi peruviani; ma ancora non si era arrivati al «trattamento» Wesolowski.