Domenica 5 Maggio 2024

La svolta di Francesco

di Pierfrancesco De Robertis

DUE ANNI FA non sarebbe andata a finire così. Prima quel certo prelato sarebbe stato al massimo un «monsignore infedele», adesso (se le accuse saranno confermate) è un ladro. In casi del genere la reazione della gerarchia vaticana sarebbe stata prima insabbiare il più possibile la vicenda, poi nominare il monsignore in questione funzionario di qualche nunziatura del centro Africa o del Sudamerica, biglietto di sola andata.
Adesso la musica è cambiata, e i mercanti dal tempio iniziano a essere scacciati. Aveva già iniziato Benedetto XVI, ricordando che la giustizia è un valore evangelico al pari della verità, spezzando così la vergognosa omertà che aveva riguardato i tanti casi di violenze sui minori perpetrati all’ombra degli oratori, fino a quel momento negati «per non creare scandalo al popolo di Dio», in realtà per proteggere chi li aveva commessi.
Ma la rivoluzione vera nella mentalità secolare dentro la Chiesa, e a dire il vero un po’ in tutte le parti della società perché per i ceti abbienti un doppio binario è sempre esistito, è arrivata con Bergoglio. Anche perché Francesco giunge in Vaticano sulla spinta di una decisa reazione a Vatileaks, con il preciso compito - affidatogli dalle congregazioni generali - di favorire pulizia e trasparenza. 
 
E NON VUOLE tradire le attese, perché il tema della corruzione, di cui la sua Argentina è così pervasa anche ad alti livelli politici, gli sta particolarmente a cuore al punto da considerarlo parte stessa dell’annuncio evangelico. «Dio perdona i peccatori ma non i corrotti», disse nella scorsa primavera agli esterrefatti politici italiani arrivati festanti per una messa in San Pietro e tornati via con la coda tra le gambe per l’inattesa sculacciata.
Ma prima che gli altri, il papa sculaccia i preti (lo ha fatto con monsignor Scarano e lo Ior), e rovescia la mentalità in voga fino ad ora. Quella secondo la quale i monsignori godevano di una sorta di impunità. Nessuno ha compreso come nello scandalo Vatileaks a finire nei guai sia stato solo Paolo Gabriele, un laico, e nessun prete, vescovo o cardinale ci è andato di mezzo. Possibile che fosse solo lui? Evidentemente no. Ma i tempi non erano ancora maturi. Adesso, con Francesco si svolta. Chi sbaglia va a processo, chiunque sia. Cosa normale per il mondo normale, finora inconcepibile in Vaticano. 
 
di Pierfrancesco De Robertis