Venerdì 26 Aprile 2024

Siemens taglia 6.900 posti di lavoro. "Chiudiamo due stabilimenti"

"Riduzione dolorsa, ma necessaria". Sindacati sul piede di guerra in Germania

Siemens, il ceo Joe Kaeser (Afp)

Siemens, il ceo Joe Kaeser (Afp)

Berlino, 16 novembre 2017 - Drastico piano di tagli in Siemens. Il colosso tedesco ha annunciato la razionalizzazione di 6.900 posti di lavoro a livello mondiale, di cui la metà in Germania dove verranno chiuse due fabbriche. Già nei giorni scorsi la multinazionale aveva parlato di "tagli dolorosi", oggi è arrivata la comunicazione ufficiale che ha quantificato l'entità della riduzione. Tagli che superano le previsioni, con indiscrezioni che parlavano di 4mila posti di lavoro a rischio.  "La nostra Division Power and Gas lotta da tempo con problemi sul mercato e sfide strutturali - diceva la scorsa settimana il ceo Joe Kaeser -. Se vuole avere un futuro dobbiamo reagire, e adeguare le capacità anche se questo comporta tagli dolorosi". A chiudere saranno gli stabilimenti di Goerlitz e Lipsia, dove lavorano complessivamente 920 dipendenti.

Il piano verrà messo in atto "nel corso dei prossimi due anni". I tagli riguarderanno soprattutto le divisioni attive nell'energia e nell'automazione. "Siemens risponde alla rapida accelerazione dei cambiamenti strutturali nella produzione delle energie fossili e nel settore delle materie prime", spiega un comunicato del colosso industriale tedesco che sottolinea in particolare la riduzione della domanda di turbine a gas. Dei tagli complessivi annunciati, 1100 riguarderanno lavoratori in Europa mentre altri 2500 andranno a colpire maestranze nel resto del mondo, di cui 1.800 negli Stati Uniti.

Particolarmente colpito dai tagli è il comparto "Power and gas", che vedrà una contrazione di 6100 posti. L'altro comparto coinvolto dal ridimensionamento è quello dei processi industriali. Il sindacato Ig Metall ha commentato aspramente la decisione, annunciando battaglia: "un taglio di posti di queste dimensioni, alla luce della eccellente situazione dell'impresa, è inaccettabile". Secondo il sindacato, inoltre, con le misure previste, "si ignorano i problemi strutturali" e a pagare sono solo i lavoratori.

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