Giovedì 16 Maggio 2024

Coree, cala la tensione: incontro tra funzionari. Obama: "Costantemente informato"

Alle 10,30, ora italiana, scadeva l'ultimatum che il dittatore della Corea del Nord aveva dato a Seul per mettere fine alla propaganda diffusa da autoparlanti al confine. Ma la tensione è calata e c'è stato un incontro tra funzionari dei due Paesi nel villaggio dove fu firmato l'armistizio del 1953

Il dittatore della Corea del Nord  Kim Jong-un (Ansa)

Il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un (Ansa)

Seul, 22 agosto 2015  -  Sembra allentarsi la tensione tra le due Coree. Fonti del governo sudcoreano hanno reso noto che loro funzionari, guidati dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale, hanno incontrato omologhi nordcoreani alle 11 (ora italiana) nel villaggio di Panmujon, dove nel 1953 venne firmato l'armistizio tra le due Coree. 

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama viene costantemente informato e aggiornato sugli sviluppi nella penisola coreana, fa sapere la Casa Bianca, sottolineando come Washington resta risoluta nell'alleanza con la Corea del Sud "con cui c'è uno stretto coordinamento".

Il governo sudcoreano - non meno facile alle rappresaglie armate del Nord - ha tenuto a sottolineare che la proposta distensiva dell'incontro è venuta da Pyongyang ieri.

MA SEUL: LA PROPAGANDA CONTINUA - La Corea del Sud andrà avanti con i piani di propaganda anti-Pyongyang a prescindere dai colloqui ad alto livello previsti nel pomeriggio a sorpresa al villaggio di confine di Panmunjeom: è quanto riportano i media di Seul in merito alle posizioni espresse dai militari sudcoreani. 

SCADE ULTIMATUM DI KIM - Alle 10,30 ora italiana (le 17 ora di Pyongyang) scadeva l'utimatum di 48 ore dato dal dittatore nordcoreano, Kim Jong-un al Sud per porre fine alla diffusione di messaggi di propaganda attraverso una serie di altoparlanti posizionati in 11 punti lungo la zona demilitarizzata che segna il confine tra Nord e Sud. A quell'ora - in questa surreale contesa (Seul pretende che Pyongyang riconosca la responsabilità di aver ferito due soldati sudcoreani in seguito all'esplosione di una mina per spegnere gli altoparlanti), si vedrà se Kim darà l'ordine di aprire il fuoco alle batterie di artiglieria che ha schierato lungo il 38esimo parallelo. 

Evento di cui il comando delle forze armate di Seul è convinto e al quale, ha già annunciato, risponderà colpo su colpo. Ieri Kim ha schierato "in stato di guerra" le sue truppe alla frontiera con Seul per "essere del tutto pronte al lancio di qualsiasi azione militare a sorpresa". L'ennesimo episodio di guerra tra le due Corre, formalmente ancora Paesi belliggeranti visto che Pyongyang e Seul, alla fine del conflitto (1950-1953), hanno solo firmato un armistizio e mai un accordo di pace alla fine del conflitto, è 'esploso' giovedì quando l'artiglieria nordcoreana ha esploso 4 colpi contro il Sud che ha a sua volta risposto con 29 cannonate.

Da entrambe le parti non si è registrato alcun ferito a conferma del fatto - si spera - che si tratta della prosecuzione con altri mezzi della guerra di propaganda, nella quale, a 'sparare' solo slogan è la rete di altoparlanti (la pratica abituale tra le due Coree fino al 2004) di entrambe le parti, e non i cannoni. Ieri sono state confermate le manovre militari congiunte annuali tra le forze armate Usa (a Sud ci sono ancora 28.500 soldati americani) e quelle sudcoreane che inizieranno lunedì e si concluderanno venerdì prossimo. Giovedì sono state temporaneamente congelate per seguire gli sviluppi dello scambio di colpi tra i due Paesi. Esercitazioni considerate un atto ostile da Pyongyang. Già nel 2013 Kim aveva dichiarato "uno stato di guerra" con Seul anche se poi non è mai passato alle vie di fatto. 

Tre anni prima, nel 2010 quando alla guida del Paese c'era il padre dell'attuale dittatore, Kim Jong-il, a sua volta figlio del "fondatore della Patria", Kim Il-sung, i due episodi peggiori. Il 26 marzo un sottomarino di Pyongyang affondò una nave da guerra sudcoreana, la corvetta Cheonan, causando la morte di 46 dei 104 marinai a bordo. Otto mesi dopo, il 23 novembre, l'artiglieria di Pyongyang martellò l'isola sudcoreana di Yeonpyeong uccidendo due civili e due soldati. In quest'ultimo caso Seul rispose al fuoco ma si riuscì a non far partire un nuovo conflitto su larga scala, grazie alle pressioni della Cina, potenza di riferimento per Pyongyang, come gli Stati Uniti lo sono per il Sud. Corea del Sud che comunque ha respinto "l'ultimatum degli altoparlanti" che avrebbe dovuto scadere alle 17 ora locale di oggi, annunciando che proseguirà la sua campagna di propaganda.

Un indizio che l'azione nordcoreana - benché comunque sempre estremamente rischiosa e in grado di innescare una possibile escalation - potrebbe essere soprattutto dimostrativa, è l'utilizzo da parte di Pyongyang di batterie di cannoni da 76,2 mm, un calibro che è meno della metà rispetto agli obici da 155 mm con cui Seul ha risposto al fuoco giovedì. Le truppe di Pyongyang sono a loro volta dotate da obici semoventi con un calibro massimo di 170 mm.