Roma, 15 set. (askanews) - Opportunità per potenziare rapporti di buon vicinato: è la versione ufficiale data da Vladimir Putin all'incontro con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, accolto con grandi onori durante un viaggio in Russia. Putin l'ha detto durante il suo incontro con un altro vicino autoritario e alleato, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. "La Corea del Nord è un nostro vicino, e in un modo o nell'altro dobbiamo costruire rapporti di buon vicinato con i nostri vicini. Sì, ci sono delle particolarità della Penisola coreana, le discutiamo, le discutiamo apertamente. Noi non violiamo mai nulla e in questo caso non intendiamo violare nulla ma, chiaramente, guarderemo a opportunità per sviluppare relazioni fra la Russia e la Corea del Nord". L'accenno alle possibili "violazioni" è chiaro: le intelligence occidentali, quella americana in primis, sono molto preoccupate che Putin e Kim possano suggellare un'alleanza segreta in cui il regime di Pyongyang fornisca a quello di Mosca armi e soprattutto munizioni per la guerra contro l'Ucraina, in cambio dell'accesso a tecnologie militari e spaziali russe di cui la Corea del Nord ha bisogno per lanciare le sue testate nucleari con più precisione, e più lontano. Mosca si è però unita negli anni 2000 al regime internazionale di sanzioni contro il programma nucleare della Corea del Nord, attraverso le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu di cui è membro permanente. Da qui l'impossibilità per Putin di trasferire tecnologie sensibili, almeno alla luce del sole (oltre ai rischi potenziali che uno scenario di destabilizzazione nucleare dell'Estremo Oriente potrebbe comportare anche per la stessa Russia e il suo maggiore alleato, la Cina). Ma se molti russi, interpellati per strada su questo rafforzamento dei legami con Pyongyang, dicono che potrebbe portare "benefici", non tutti la pensano così. Non ad esempio il Pyotr Ignashev, contabile a Vladivostok, il grande porto dell'Oriente russo che dista meno di 300 km dal confine con la Nordcorea: "Con la Corea del Nord? Difficile. Qualche tempo fa ho lavorato per il Centro per lo sviluppo dell'export, e abbiamo collaborato con la Corea del Nord. Non c'era nemmeno un sistema di pagamento comune fra i due paesi. Forse qualcosa è cambiato rispetto a otto anni fa, ma a quel tempo non c'era niente. L'unica cosa che facevano era inviarci manodopera a buon mercato, tutto qua. È una bella esagerazione dire che ci siano grandi prospettive con la Corea del Nord".
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