Giovedì 18 Aprile 2024

Var a chiamata: la Figc chiede l’ok per partire

L’ipotesi è al vaglio: Gravina vorrebbe dare all’Ifab la disponibilità per una sperimentazione in attesa di un cambio del regolamento

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Mentre in Qatar si discute sul tempo effettivo, introdotto come vero e proprio golpe da Collina che ha voluto così dribblare l’Ifab e cambiare il regolamento in campo, in Italia potrebbe arrivare a breve un’altra rivoluzione ben più epocale: il Var a chiamata che negli sport più moderni si chiama challenge. L’idea della Figc è quella di tamponare l’onda crescente di polemiche con una mossa che dia agli allenatori la possibilità di intervenire direttamente sulle decisioni arbitrali, chiedendo la revisione video per quelle sulle quali non sono d’accordo. Una rivoluzione copernicana per gi arbitri, abituati a decidere in piena autonomia. In pratica, se non si vede assegnato per esempio un rigore clamoroso l’allenatore ha diritto a chiedere il challenge: se ha ragione mantiene lo slot per un’altra occasione, altrimenti lo perde e non potrà chiedere altre revisioni. L’iter non è comunque breve. Per il momento la Figc ha dato all’Ifab la disponibilità per una sperimentazione della novità, in modo da introdurre già iol challenge senza aspettare che vi sia la modifica del regolamento da parte dei saggi del calcio. Quale sarà la risposta? Difficile prevederlo. Certo, il calcio arriva molto in ritardo su questa democratizzazione del processo decisionale: già in atto per molti sport tra cui volley, tennis, karate, hockey su ghiaccio, basket e football americano. Le modalità sono diverse. Nel football americano, precursore di questo percorso, l’allenatore in disaccordo lancia sul campo un fazzoletto rosso per chiedere la revisione: ne ha due per partita e deve stare attento a giocarsele quando è sicuro di avere ragione, per non perderle. Nel tennis l’occhio di falco è stato introdotto addirittura nel 2006: ogni giocatore ha diritto a tre chiamate per set, più una quarta in caso di tie-break. Nel volley ci sono due chiamate a disposizione per set: quando il coach le chiama, tutti con il naso all’insù per stabilire chi ha ragione. Nell’Nba la chiamata è una sola e negli istanti finali della partita risulta spesso decisiva per le sorti dell’incontro. Il Var a chiamata non metterà certo fine alle polemiche in Italia, dove le discussioni post partita sono più attese della partita stessa: ma frammenta le responsabilità, introducendo nel processo decisionale un soggetto nuovo le cui scelte se bruciarsi o meno il challege distribuiscono diversamente il peso degli errori. Ma nonostante la lodevole idea della Figc la sensazione è che dovremo ancora aspettare tempo prima di vederla applacata.