Benessere

Una birra al giorno fa invecchiare il cervello di due anni

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Che consumare alcol in grandi quantità abbia un impatto negativo sul cervello è ormai dimostrato. Se invece si parla di consumo moderato, la scienza ancora non ha dato una risposta certa in un senso o nell’altro. Un nuovo studio condotto dall’Università della Pennsylvania si è addentrato in questa zona grigia giungendo a una conclusione poco confortante: per esempio, una persona di cinquant’anni che beve un bicchiere di vino o una pinta di birra al giorno può subire cambiamenti nel cervello equivalenti a due anni di invecchiamento. E basta aumentare di poco perché gli effetti negativi aumentino in modo significativo: se si passa anche solo a una birra e mezza, è come se il cervello invecchiasse di tre anni e mezzo.

 

Per individuare l’esistenza di una eventuale correlazione fra salute del cervello e consumo di alcol moderato, poi effettivamente riscontrata, i ricercatori hanno analizzato i dati di 36mila adulti raccolti dalla UK Biobank, una biobanca che raccoglie una enorme mole di informazioni e campioni per studi clinici. In particolare hanno esaminato le risonanze magnetiche, in modo da calcolare il volume della sostanza bianca e della materia grigia nel cervello dei soggetti. Una tale quantità di dati, spiegano i ricercatori, permette di fare emergere schemi che altrimenti non si noterebbero.

 

Anche tenendo conto di altre variabili (età, peso, sesso, condizioni economiche, dipendenza dal fumo, eccetera), è appunto emersa questa correlazione fra una diminuzione del volume del cervello e il consumo di alcol, anche in quantità moderate. La crescita è esponenziale: nelle persone di mezza età una unità di alcol al giorno, circa una birra piccola o un bicchiere di vino scarso, risulta associata a sei mesi di invecchiamento del cervello, due unità di alcol a due anni, quattro unità di alcol addirittura a dieci anni.

 

Un singolo bicchiere in più, insomma, può fare una enorme differenza in negativo. I ricercatori sottolineano che lo studio si limita a individuare una correlazione, ma potrebbe già spingere i bevitori a riconsiderare il numero di drink quotidiani: “Le persone che più possono trarre giovamento dal bere meno sono quelle che già bevono di più”, dice uno degli autori, Gideon Nave.

 

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

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