Benessere

Più ostacoli nelle strade per aiutarci a combattere sedentarietà

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Una buona idea contro la sedentarietà potrebbe essere quella di disseminare le strade di ostacoli divertenti e sfidanti.
Senza arrivare agli estremi del parkour; bastano travi, corrimano, pietre piatte.
Uno studio condotto dall’Università di Cambridge e pubblicato sulla rivista Landscape Research suggerisce che, con il giusto design, la maggior parte delle persone sceglierebbe un percorso più accidentato rispetto a uno più semplice. Perché? Sembra che l’80% di chi cammina è attirato da itinerari più impegnativi, mentre ritiene quelli piatti come ‘noiosi’.
I risultati della ricerca suggeriscono che la creazione di percorsi attivi nelle aree urbane potrebbe contribuire ad affrontare la “pandemia dell’inattività” e a migliorare il livello della salute complessiva della popolazione.

 

Più ostacoli nelle strade

Sappiamo che l’esercizio fisico è fondamentale per la salute, tanto che l’Oms suggerisce di camminare a ritmo moderato per 10 mila passi al giorno. Si tratta di un esercizio fisico leggero che ci tiene in movimento ma non migliora in modo significativo l’equilibrio o la densità ossea. A meno che non si tratti di elevare il livello dell’impegno, saltando, cercando l’equilibrio, sforzando di più i muscoli. Ma siamo davvero pronti a farlo? Sembra di sì.

Lo studio inglese ha esaminato la probabilità che le persone scelgano un percorso più impegnativo rispetto a uno convenzionale e quali sono gli elementi che influenzano le loro scelte.
I ricercatori hanno invitato quasi 600 persone a confrontare immagini fotorealistiche di percorsi impegnativi su vari scenari, e hanno chiesto quale percorso avrebbero scelto.

Ebbene, l’80% dei partecipanti allo studio ha optato per un percorso impegnativo in almeno uno degli scenari, a seconda del livello di difficoltà percepito e delle caratteristiche del progetto. Se un’opzione impegnativa era più breve di un percorso convenzionale, la probabilità di essere scelta aumentava del 10%. Il successo maggiore lo ha ottenuto un percorso che prevedeva pietre larghe e basse e un tronco con un corrimano.

 

Perché amiamo gli ostacoli

Si tratta di dati incoraggianti e significa che la stragrande maggioranza delle persone può essere persuasa a scegliere un percorso più impegnativo prestando molta attenzione al design, alla sicurezza, al livello di difficoltà, alla posizione e alla segnaletica, spiegano i ricercatori.

L’autrice principale dello studio, Anna Boldina, dichiara che: “Anche quando l’aumento del livello e dell’estensione dell’attività è modesto, se milioni di persone utilizzano gli ostacoli urbani ogni giorno, queste differenze possono avere un grande impatto positivo sulla salute pubblica. Per migliorare la salute cardiovascolare, la densità ossea e l’equilibrio, dobbiamo aggiungere una gamma più ampia di esercizi alle nostre passeggiate quotidiane”.

Anche perché, pare, la psicologia recita un ruolo fondamentale in queste scelte: i percorsi più difficili vengono scelti perché permettono di arrivare prima alla meta. Sono scorciatoie.

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