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Obesità infantile, un bambino su tre è in sovrappeso

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Secondo dati Istat, l’obesità infantile in Italia interessa un bambino su tre sotto gli otto anni, una percentuale superiore alla media europea. “Ma non tutto è negativo – commenta Andrea Lenzi, presidente Open Italy – possiamo ancora cambiare questa situazione. Se ci uniamo tutti, possiamo ottenere grandi risultati. L’inserimento dell’obesità nei livelli essenziali di assistenza (Lea) è il traguardo fondamentale per garantire un pari accesso alle cure su tutto il territorio nazionale”.

 

Messaggio chiave della Giornata Mondiale dell’Obesità, “Everybody Needs To Act”, ossia “è il momento di agire”, è stato il tema al centro di un incontro in Senato, organizzato con il supporto scientifico dell’Intergruppo Parlamentare Obesità & Diabete.

 

“Nel novembre del 2019 è stata approvata la mozione sul riconoscimento dell’obesità come malattia presso la Camera dei deputati, ma a causa del Covid-19, che, oltre ad aver rallentato la presa in carico di obiettivi prefissati, ha evidenziato ancora di più la fragilità delle persone con obesità, poco è stato fatto per incrementare l’assistenza e fornire un adeguato supporto professionale. Infatti, ad oggi, la chirurgia bariatrica è l’unico trattamento rimborsato”, ha dichiarato Roberto Pella, Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete. “Se trascuriamo l’obesità, la spesa sanitaria per il trattamento delle malattie che ne derivano finirà per condizionare le generazioni future. Dobbiamo per questo mettere in campo azioni concrete”, ha concluso la senatrice Daniela Sbrollini, promotrice dell’incontro dell’Intergruppo Parlamentare.

 

Messaggio chiave della Giornata Mondiale dell’Obesità, Everybody Needs To Act”, un invito a passare all’azione, è stato il tema al centro di un incontro in Senato, moderato da Diego Freri, organizzato con il supporto scientifico di World Obesity Federation, SIO – Società Italiana dell’Obesità, IO NET – Italian Obesity Network, OPEN ITALY – Obesity Policy Engagement Network ITALY, in collaborazione con il programma Driving Change in Obesity e con gli auspici di Fondazione ADI – Associazione Italiana di Dietetica e nutrizione clinica, Amici Obesi, IBDO Foundation – Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, SICOB – Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche, SIE – Società Italiana Endocrinologia, SIEDP – Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, SIMG -Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie.

 

Sano chi gioca: educazione alimentare divertente

L’esercizio fisico, inteso come gioco di movimento, è particolarmente importante nei bambini. Una iniziativa rivolta alle giovani generazioni, perché contribuisce a migliorare le condizioni di salute fisica, favorisce il benessere individuale e collettivo, si intitola Sano chi gioca. Questo è un progetto promosso nel Lazio dalle Aziende sanitarie per diffondere comportamenti alimentari appropriati e corretti stili di vita. Tra le proposte, giochi da organizzare in famiglia, con gli amici, momenti ludici indicati nelle pause scolastiche tra una lezione e l’altra. Agli alunni si raccomanda di riscoprire l’abitudine di recarsi a scuola a piedi o in bicicletta. In pratica, l’invito agli studenti è di muoversi un minimo per raggiungere gli istituti di istruzione sposando lo slogan «un miglio al giorno intorno a scuola».

 

“Sano chi sa” è un circuito di iniziative della Regione Lazio portate avanti in collaborazione con Fondazione Pfizer, che tra le altre cose mette a disposizione sul sito web www.sanochisa.it tutti i materiali informativi e didattici prodotti, e un’area multimedia, per dare massima diffusione ai messaggi su sana alimentazione e corretti stili di vita. “Siamo molto orgogliosi del progetto “Sano chi sa” e dei risultati raggiunti in questi anni – dichiara Valentina Marino, Presidente della Fondazione Pfizer – perché investe sui giovani, anzi sui giovanissimi, vero motore della nostra società, attenti e sensibili ai temi dell’ambiente, della sostenibilità, della salute, a volte anche più degli adulti”.

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