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Giornata mondiale dell’obesità, una mossa contro i pregiudizi

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In un mondo sempre più attento alla salute e al benessere, la Giornata mondiale dell’obesità, che ricorre oggi, porta alla luce una delle principali emergenze sanitarie del nostro tempo. Con l’11,4 per cento della popolazione italiana affetta da obesità, e ben oltre 21 milioni di persone che vivono una vita sedentaria, è necessario agire con urgenza per invertire la tendenza.

 

Una delle sfide sarà quella di mettere al bando il linguaggio stereotipato e stigmatizzante spesso rivolto, senza riguardo, alle persone con questo problema. Le iniziative italiane del World Obesity Day, che ricorre oggi, sono state commentate nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Roma presso la Camera dei Deputati, su iniziativa di Roberto Pella. La ricorrenza annuale è stata istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation. Coinvolge organizzazioni, associazioni e individui, con l’obiettivo ambizioso di aiutare la collettività a intraprendere azioni salutari, prevenire discriminazioni e pregiudizi.

 

I dati presentati dall’Istat durante il quinto Italian Obesity Barometer Summit sono allarmanti: la percentuale di adulti con sovrappeso e obesità è tornata ai livelli pre-pandemia, con oltre il 37% della popolazione italiana che non pratica sport o attività fisica nel tempo libero. In particolare, sono le donne a essere più sedentarie rispetto agli uomini, con il 40,6% contro il 33,6%.

 

Riflessioni

Secondo Andrea Lenzi, Presidente di OPEN Italy, l’obesità fa parte di una sindemia globale insieme alla denutrizione e al cambiamento climatico, legate da interessi di lucro e inerzia politica. Queste tre condizioni rappresentano le principali minacce per la popolazione mondiale e richiedono un ripensamento radicale dei modelli di business, dei sistemi alimentari e della governance a livello nazionale e internazionale.

 

Luca Busetto, Vice-President per la regione meridionale dell’European Association for the Study of Obesity, sottolinea l’importanza della prevenzione dell’aumento di peso e del riacquisto di peso per contrastare le malattie non trasmissibili correlate all’obesità, tra cui le patologie cardiovascolari, il diabete e il cancro. Inoltre, l’obesità è stata identificata come un fattore di rischio per le complicanze e la mortalità da COVID-19, quindi è fondamentale che venga considerata una priorità sociosanitaria da tutti gli attori coinvolti.

 

Un monito arriva dal Presidente della Società Italiana dell’Obesità, Rocco Barazzoni. Lo specialista mette in luce l’impatto clinico ed economico della malattia sul sistema sanitario e sulla società nel suo complesso. Senza un adeguato intervento, le generazioni future potrebbero essere pesantemente influenzate da questo problema, con ripercussioni negative sulla salute pubblica e sul sistema sanitario. È quindi essenziale implementare politiche sanitarie e cliniche che garantiscano un supporto adeguato alle persone con obesità e riducano le disuguaglianze di accesso alle cure.

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