Salute

Donare sangue è salutare, ma attenti alle anemie

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Decidere di diventare donatori di sangue è una scelte altruista, un gesto semplice, ma che può rivelarsi preziosissimo per la cura di alcune gravi malattie e per il supporto ai servizi di Pronto Soccorso e di emergenza. In Italia questa possibilità è aperta a tutti i cittadini italiani e stranieri in possesso di un documento di identità valido e di una tessera sanitaria. Secondo i dati rilasciati dal Centro Nazionale Sangue, nel 2022 i donatori in Italia sono stati 1.660.227, un numero in aumento rispetto all’anno precedente ma in calo per quanto riguarda i giovani donatori.

Quali sono i criteri che possono permettere o impedire ad una persona di diventare donatrice? Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, per fortuna, i problemi cardiaci non rappresentano un problema in questo senso.

 

Donatori con problemi cardiaci

Secondo la dottoressa Alcinda Flowers, direttore medico di Versiti – un centro trasfusionale con sede a Milwaukee, negli Stati Uniti – la donazione di sangue è certamente aperta anche per le persone che soffrono di problemi cardiaci. L’esperta ha sottolineato che: “Spesso sono quelle più disponibili a donare proprio perché sono state in ospedale e hanno avuto a loro volta bisogno di una trasfusione e proprio per questo sono particolarmente empatiche nei confronti degli altri”. Secondo i medici, la maggior parte delle persone che soffre di ipertensione può donare sangue se la pressione arteriosa sistolica è inferiore a 180 millimetri di mercurio e se quella diastolica è di 100 mmHg al momento della donazione.

Tochi Okwuosa – cardiologo e direttore del programma di cardio-oncologia presso il Rush University Medical Center di Chicago – mette in guardia gli individui con bassi livelli di emoglobina, questi ultimi non dovrebbero donare sangue data la condizione anemica: il motivo è legato al fatto che l’emoglobina determina la capacità di trasporto dell’ossigeno del sangue e, di conseguenza, i donatori potrebbero correre il rischio che non venga trasportato abbastanza ossigeno ai loro tessuti e organi. In generale, inoltre, le persone con problemi cardiaci lievi potrebbero sentirsi più stanche o affannate dopo aver donato sangue e potrebbero dunque rischiare di svenire con maggior frequenza: al di là di questi piccoli inconvenienti, per Okwuosa, “donare sangue dovrebbe comunque andare bene per i pazienti con livelli di pressione sanguigna e colesterolo sotto controllo”.

 

Chi non può donare

Come riporta l’Istituto Superiore di Sanità, “a seconda delle patologie (presenti, passate o croniche) esistono infatti dei protocolli che prevedono la possibilità di donare, ma anche l’eventuale esclusione permanente o la sospensione temporanea dalla donazione”. L’OMS precisa inoltre che non è possibile donare con “raffreddore, influenza, mal di gola, herpes labiale, mal di stomaco o qualsiasi altra infezione”. In presenza di alcune di queste condizioni, secondo quanto sottolineato dal National Institute of Health statunitense, sarà possibile donare il sangue solo una volta trascorse almeno 48 ore dalla scomparsa completa dei sintomi.

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