Un’eccessiva esposizione al sole, e il classico colpo di calore in età pediatrica, sono più frequenti in un’epoca di fenomeni climatici estremi. Le conseguenze possono farsi sentire anche una volta superati gli effetti immediati della scottatura. «Un bambino piccolo – avverte Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia – non dovrebbe mai essere esposto direttamente ai raggi solari. La protezione è il modo migliore per prevenire anche gli eritemi». La testa deve essere coperta, in casi particolari una insolazione che interessa gli emisferi cerebrali può dare problemi di amnesie, confusione e irritabilità.
I bambini poco abituati a trascorrere intere giornate all’aria aperta sembrano più vulnerabili. Alla lunga si altera il meccanismo spontaneo di termoregolazione corporea, si perde la capacità di adattarsi agli alti e bassi del meteo. La protezione solare durante l’infanzia, con filtri, creme e occhiali scuri, è sempre raccomandata da dermatologi e oftalmologi, diversamente si viene chiamati a pagare il conto. Una dose eccessiva prolungata di raggi solari assorbiti dal cristallino anticipa infatti l’insorgenza della cataratta nell’occhio dell’anziano. Analoga considerazione vale per il logorio della pelle, che risente della quantità totale di ultravioletti assorbiti durante l’intero arco della propria esistenza.
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