G20 Roma, scatta l'allerta: reparti antiterrorismo e tiratori scelti nelle zone di rischio

Ieri è stato definito in Questura il piano sicurezza per il G20 del 30 e 31 ottobre. Attese proteste dei No Green Pass e degli attivisti per il clima. Il momento più critico sarà l'arrivo di Biden a Pratica di Mare

Agenti di polizia in tenuta anti-sommossa

Agenti di polizia in tenuta anti-sommossa

Roma, 26 ottobre 2021 - Check point ai varchi di accesso, tiratori scelti sulle terrazze dei palazzi, elicotteri in volo con visori notturni, reparti speciali anti-terrorismo pronti all'azione. Sarà una città blindata quella che accoglierà il G20 nelle giornate del 30 e 31 ottobre, un’ampia zona rossa scatterà all’Eur, in un raggio di dieci chilometro quadrati. A preoccupare la Questura sono le proteste contro il green pass, che potrebbero portare disordini durante il summit che nel fine settimana porterà nella Capitale le massime autorità internazionali per la chiusura del G20 a presidenza italiana. In programma per sabato pomeriggio anche una manifestazione in piazza San Giovanni contro il governo Draghi.

Ieri c’è stato il primo dei tavoli tecnici finalizzati al piano sicurezza che la Questura e la Prefettura stanno mettendo a punto in questi giorni, comprese un’ampia “no-fly zone”, squadre nuclei Nbcr (Nucleare, biologico, chimico e radiologico) dei vigili del fuoco specializzati contro le minacce batteriologiche, bonifiche dei tombini e ispezioni nel sottosuolo scatteranno già con l’intervento degli artificieri e delle unità cinofile con cani anti-esplosivo. Uno dei momenti più difficili per le forze dell’ordine sarà l’arrivo del presidente statunitense Joe Biden, che atterrerà all’aeroporto militare di Pratica di Mare e sarà scortato da una task force interforze, che vedrà schierato anche l’Esercito italiano. Droni in sorvolo ed Eurofighter pronti al decollo in caso di attacco aereo verranno utilizzati per la sicurezza dei cieli sopra la Capitale. Nelle zone ad alto rischio, ci saranno varchi d'accesso presidiati per garantire l'ingresso solo delle autorità del vertice e agli addetti ai lavori accreditati, con tiratori scelti dislocati sui tetti nei punti strategici. Interessate dalle bonifiche anche altre zone della Capitale dove si recheranno i capi di stato e di governo dei vari Paesi del G20Incubo scontri: schierati anche militari e droni

Ambientalisti già schierati intorno all’Eur

La chiusura del G20 a presidenza italiana si avvicina e gli attivisti del Climate Camp, campeggio ambientalista che attraversa le mobilitazioni per il clima in tutta Europa, sbarca a Roma e manifesta di fronte alla sede del vertice, il centro congressi la Nuvola nel quartiere dell'Eur. Qualche decina di attivisti hanno aperto uno striscione di fronte alla sede dell'evento con la scritta: "La catastrofe arriva, è ora di agire!". L'invito è ai 20 paesi big del mondo, che sarebbero in ritardo con l'attivazione efficace di un piano di intervento globale contro i cambiamenti climatici e per la giustizia ambientale e sociale.  Le forze dell'ordine intervenute, riportano fonti vicine agli animatori della protesta, hanno fermato gli attivisti che si trovano ora al commissariato di via Cristoforo Colombo. "Le istituzioni sono inflessibili su gestire e reprimere il dissenso e un pericoloso striscione – spiegano gli animatori del Comitato romano dei movimenti per l'acqua –. Molto meno nell'agire contro i cambiamenti climatici e la devastazione ambientale. Le prove muscolari non ci interessano. Per questo è solo l'inizio e non smetteremo di mobilitarci. Perché le vostre soluzioni sono il problema", concludono. Irruzioni e dimostrazioni eclanti erano già avvenute a Napoli e Venezia durante gli ultimi G20 tematici.

Dopo la giornata globale di azioni per il clima del 22 ottobre, il movimento Fridays For Future lancia il prossimo corteo di sabato 30 ottobre, in occasione delle trattative finali del G20, insieme alle numerose realtà della Società della Cura, i sindacati di base e gli spazi sociali romani, nonchè le delegazioni dei lavoratori della Gkn e Ilva. "Durante la preCOP di Milano abbiamo sentito tanti bei discorsi, ma ancora una volta ai ‘bla bla bla’ non sono seguiti impegni concreti. I governi continuano a propinarci false soluzioni che permettono alle emissioni di Co2 di aumentare invece che ridursi, ad esempio: gli impianti per la cattura della Co2 a partire dalle fonti fossili o il mercato dei crediti di carbonio" dicono gli attivisti.